Ucraina, Bianchi: ‘Sono molte le scuole che stanno accogliendo, a loro il mio grazie’. Prime storie di accoglienza

Ci sono Karina e Vitalik, 6 e 9 anni, scappati da un villaggio a un centinaio di chilometri da Kiev. E poi Maiia e Martin, gemelli di 9 anni, tra i primi ad arrivare in Italia per fuggire dall’atrocità della guerra in Ucraina. In questi giorni la loro mamma partecipa alle lezioni assieme alla classe per l’inserimento graduale dei due fratellini iscritti in meno di 24 ore alla primaria. A Brescia è arrivata invece Evelina, che in pochissimi giorni ha già iniziato a parlare in italiano con i suoi nuovi compagni di scuola. Queste sono soltanto alcune delle prime storie di accoglienza di bambini scappati dalla guerra in Ucraina e arrivati nelle nostre scuole. Per facilitare il loro inserimento sono state semplificate le procedure, ma servono indubbiamente anche altre indicazioni chiare. “Stamattina ho chiamato la professoressa Maria Barone, dirigente scolastica dell’IC Omero-Mazzini-Don Milani di Pomigliano d’Arco (NA)“, ha scritto il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sulla sua pagina Facebook. “Ho voluto ringraziare lei, il personale della scuola, tutte le alunne e gli alunni per il calore e l’affetto con cui hanno accolto due bambini, Victoria e Dimitri, in fuga dall’Ucraina”.
 
In questi giorni – ha scritto ancora Bianchi sui social – sono molte le scuole che stanno accogliendo, o si preparano a farlo, i bambini costretti a lasciare il loro Paese a causa della guerra. A tutta la comunità scolastica va un enorme grazie. Come Ministero saremo al fianco delle scuole anche in questa fase. Abbiamo stanziato le prime risorse per l’accoglienza, continueremo a fare la nostra parte“. Alle scuole servirebbe però anche una nota organizzativa che dica esattamente cosa fare e quali sono le modalità per operare un’accoglienza didattica-educativa e con percorsi di supporto psicologico e linguistico che dovrebbero assicurare i mediatori linguistici degli enti locali.

Un primo passo in questa direzione è stato fatto lo scorso 4 marzo con la pubblicazione della nota ministeriale n. 381 che ha sollecitato i dirigenti scolastici a porre in essere con immediatezza e con competenza ogni modalità didattico-educativa-formativa per garantire l’integrazione scolastica degli studenti che fuggono dalla guerra. La nota ha posto in primo piano il tema dei bisogni e delle fragilità di chi è stato costretto dal conflitto a lasciare le città, i familiari, la propria abitazione affidandosi ad un destino sconosciuto e di sofferenza psicologica e fisica.

Intanto le scuole sono alle prese con vere e proprie “accoglienze lampo“. E’ il caso degli istituti scolastici di Genova, per esempio, dove l’IC Voltri 1 ha dato piena disponibilità all’accoglienza di una bambina ucraina e adesso ne attende l’iscrizione ufficiale: “La bimba potrebbe iniziare già la prossima settimana – dice la dirigente scolastica, Caterina Bruzzone a GenovaToday – abbiamo un protocollo di accoglienza per gli stranieri, ma in questi giorni è tutto in divenire. L’ufficio scolastico regionale e la conferenza cittadina si stanno organizzando per i mediatori culturali. Cercheremo poi di capire come effettuare l’inserimento, se in maniera graduale, comunque non solo nei confronti di questa bambina ma anche degli altri che arriveranno, e immagino non solo a Voltri. Il territorio del ponente è disponibile all’accoglienza attraverso molte strutture, penso che sicuramente arriveranno altre persone“. Uno dei primi nodi è quello della lingua: i piccoli che arriveranno non parleranno italiano. “Però, soprattutto nella scuola primaria – continua la preside – ci sono strumenti di linguaggio universale come la musica, l’arte, la matematica. Questo è sicuramente un percorso educativo che i docenti metteranno in pratica. Poi ci sono le alchimie che si vanno a creare quando i bimbi sono uno di fronte all’altro nello stesso spazio“.

Storie di buone pratiche di accoglienza arrivano anche dal Comune di San Lazzaro, in provincia di Bologna, dove si trova una delle strutture scelte dalla prefettura locale per l’accoglienza ai profughi scappati dal conflitto in Ucraina. Come racconta Skuola.net, la scuola primaria “Donini” ha aperto i propri cancelli ai bambini ucraini che saranno inseriti in ben sette classi dell’istituto. Alcuni nei giorni scorsi sono stati accolti con una vera e propria festa colorata col giallo e l’azzurro della bandiera ucraina e con quelli del tricolore italiano, ma soprattutto con un emozionante coro di benvenuto intonato dai loro nuovi compagni di classe.

A Varese per Maiia e Martin la scuola in Italia è già iniziata. I due bambini, fratello e sorella, gemelli di 9 anni, sono stati tra i primi ad arrivare in Italia per fuggire dalla guerra in Ucraina. In questi giorni la mamma partecipa alle lezioni assieme alla classe per l’inserimento graduale dei due fratellini di 9 anni, iscritti da meno di un giorno alla primaria.

In Toscana il Provveditorato di Lucca – come continua a raccontare il portale per studenti – rende noto che due piccoli ucraini sono stati inseriti nella scuola primaria a Forte dei Marmi, e al Liceo Artistico Porta Romana di Sesto Fiorentino, da sabato scorso è in classe una ragazzina fuggita dalla guerra. “Abbiamo bypassato ogni formalità e, non appena ci è arrivata la richiesta scritta da parte della madre, ci siamo attivati subito – rivela la preside del liceo, Laura Lozzi, a La Nazione – Venerdì scorso abbiamo incontrato la ragazza, con la mamma, ed il giorno dopo era inserita a scuola”.

All’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini di Roma, segnala Leggo, due ragazzi ucraini sono già in classe: “La ragazza più grande – spiega la dirigente scolastica, Maria Pia Foresta – frequenta la scuola media, il piccolo va invece all’asilo. Va tutto bene, i ragazzi sono fantastici: comunicano con la nuova compagna in inglese, fanno da traduttori e le abbiamo fornito un tablet per tradurre le frasi principali”. Per il momento si parte così, poi nelle scuole dovranno arrivare mediatori culturali e traduttori. Alla Montalcini c’è anche un bambino più piccolo in fuga dalla guerra: “Frequenta la scuola dell’infanzia – continua Foresta – il primo giorno si era già ambientato, ha pensato lui a distribuire le merendine ai compagni. La prossima settimana arriveranno altri alunni. Li aspettiamo e intanto pensiamo alla questione mensa e ai vaccini”.

Anche i social raccontano le prime esperienze di accoglienza delle scuole italiane. Tante le foto e i video postati in cui vediamo androni tingersi di giallo e di azzurro e bambini gridare la loro gioia e la loro emozione di aprire le braccia a chi scappa dalla guerra provando a farlo sentire un po’ meno solo.

La scuola elementare “Don Milani”, accoglie due bambini ucraini, Dimitrie e Viktoria. Pomigliano d’Arco (Napoli)

 

A Bologna il primo giorno di scuola per 12 bambini ucraini in fuga dalla guerra

 

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