
Tutti a scuola almeno fino a 16 anni
E’ questo il titolo del convegno organizzato a Roma per l’8 febbraio 2007 (Istituto Kirner, via Ippolito Nievo 35, ore 9.30-17) dalla Flc-Cgil e dall’associazione Proteo Fare Sapere.
Sono previsti numerosi interventi, tra i quali quello del segretario del sindacato promotore dell’iniziativa, Enrico Panini, e le comunicazioni di Benedetto Vertecchi, Bruno Losito e Domenico Chiesa, già presidente del CIDI e oggi componente della segreteria tecnica del viceministro Mariangela Bastico. Nel pomeriggio si svolge una tavola rotonda con la partecipazione dei responsabili scuola di DS, Margherita, Comunisti italiani, PRC e Verdi.
Il tema in discussione è delicato, perché una parte delle forze politiche e sociali (come la Flc-Cgil) che partecipano al convegno non nasconde di nutrire riserve sulla soluzione del problema dell’obbligo a 16 anni contenuta nella Legge finanziaria 2007 (apprestamento, accanto ai normali bienni di scuola secondaria superiore, di “percorsi e progetti” mirati, gestiti da apposite strutture formative accreditate dal Ministero della P.I.). Essa prevede, sempre nel rispetto degli obiettivi di apprendimento obbligatorio definiti con un regolamento ministeriale, che il ministro dell’istruzione e le regioni “possono” (facoltà e non obbligo) concordare percorsi e progetti che “…siano in grado di prevenire e contrastare la dispersione e favorire il successo nell’assolvimento dell’obbligo d’istruzione“.
Uno dei relatori, Domenico Chiesa, ha recentemente rilasciato al periodico della Gilda “Professione docente”, reperibile on line sul sito www.gildains.it, un’intervista nella quale sostiene con decisione, evidentemente non tenendo conto della predetta previsione contenuta nella legge finanziaria (art. 1, comma 622), che spetta al sistema scolastico, e solo ad esso, di “prendersi in carico l’istruzione di tutti e ciascuno fino a 16 anni“. Ma il ministro Fioroni non sembra della stessa opinione.
Intervenendo ad un convegno svoltosi a Bologna nella sede dell’Istituto salesiano di quella città (scelta logistica significativa) ha parlato del necessario “ampliamento dell’offerta formativa (che) permetta di incrociare i destini cognitivi di quel 25%-30% che disperdiamo, per portarli o a un diploma o a una qualifica“. Il ministro auspica che le Regioni collaborino con il Ministero della P.I. per rendere possibile il conseguimento di questo obiettivo attraverso la creazione di “un’opportunità in più per i nostri ragazzi“. Se non si facesse così, dice il ministro, si darebbe loro “una libertà in meno“.
Il confronto interno alla maggioranza si annuncia vivace…
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