Turi (Uil) sul concorso in lingua straniera: rendere la prova facoltativa

Giusto l’emendamento per gli insegnanti della scuola dell’infanzia rimasti fuori dalle immissioni in ruolo, ma occorre procedere con equità anche per gli insegnanti abilitati con tre anni di servizio. E non danneggiare i bravi insegnanti che non conoscono le lingue straniere

Il Mille Proroghe si veste di scuola: gli atti parlamentari mostrano, nero su bianco, la ricerca legislativa di soluzioni ponte per arginare situazioni di assoluta iniquità, frutto della legge 107, approvata senza un’attenta valutazione delle conseguenza pratiche. Nell’assoluto silenzio ministeriale.

E’ sicuramente apprezzabile che si cerchi di porre rimedio ad ingiustizie belle e buone: è il caso di tutti gli idonei al concorso per le scuole dell’infanzia, unici a non essere messi in ruolo con il piano di assunzioni straordinario, pur avendo una situazione giuridica ed una aspettativa totalmente simile a chi, invece, oggi e già di ruolo per effetto dell’idoneità al concorso”. Così Pino Turi, segretario della Uil scuola. 

Ma “mentre si mira a recuperare una situazioni di oggettiva disparità dall’altro” – prosegue il sindacalista –  “si ignora la condizione degli insegnanti abilitati inseriti nelle graduatorie di seconda fascia di istituto per i quali si profila l’unica via del concorso”.

Si tratta di docenti a cui lo Stato ha riconosciuto l’abilitazione all’insegnamento, osserva Turi, e la Corte di Giustizia europea, per molti di loro che hanno già tre anni di servizio, ha riconosciuto il diritto alla stabilizzazione: “Ciò dovrebbe indurre il ministro ad una seria riflessione circa il bisogno di una fase di transizione tra il vecchio ed il nuovo sistema di reclutamento,  la cui delega è in mano al Governo”.

A proposito del concorso Governo che con l’indizione del concorso sta aprendo una via (attendiamo una convocazione in merito) che si presenta confusa ed incerta, una sorta di mix tra vecchio e nuovo che meriterebbe, invece, una composizione omogenea dei diversi interessi degli aspiranti stessi.

Assegnare al concorso e delle temute prove in lingua straniera o Turi sserva che “ci sono insegnanti a cui prima si riconosce l’abilitazione all’insegnamento con alcune prove, e poi gli si chiede di partecipare ad un concorso con altre prove, diverse”. Ma “non si può pensare di impostare la selezione delle prove del concorso sulla conoscenza approfondita di una lingua straniera, livello B2“.

Ed ecco la controproposta della Uil scuola: “Per raggiungere lo stesso scopo basterebbe inserire una prova in lingua facoltativa con punteggio aggiuntivo che favorirebbe i candidati in possesso di tali abilità, ma eviterebbe l’esclusione a priori di tanti docenti a cui non è mai stata chiesta la conoscenza delle lingua per divenire ed essere un bravo insegnante“.

Questa e le altre misure di riaggiustamento della legge 107 hanno lo scopo di “mettere in sintonia il mondo virtuale in cui è caduta la politica scolastica del Governo e la realtà fatta di persone che hanno diritto ad essere considerate e rappresentate“.