Tracce delle prove scritte: per valutare o per selezionare?

Il ministero dell’istruzione ha pubblicato nei giorni scorsi i testi integrali di tutte le tracce delle prove scritte del concorso per docenti 2016.

Si è trattato di una iniziativa all’insegna della massima trasparenza che non può non essere apprezzata anche da parte di chi, quasi pregiudizialmente, ha sempre pronta la critica verso l’operato del Miur. Ma ben diversa potrebbe essere la valutazione dei loro contenuti.

Alcune settimane fa, dalle pagine del Corriere, Ernesto Galli della Loggia aveva pesantemente criticato le sei tracce della prova del concorso di storia per l’incredibile ampiezza delle tematiche da svolgere, arrivando a concludere che si trattava “non di un esame ma di un tentativo di decimazione: chi mai potrà aver corrisposto adeguatamente, infatti, a questo grottesco invito a redigere in novanta minuti l’enciclopedia della storia universale?” Conseguentemente  non era stato tenero nei confronti degli esperti che avevano redatto quelle tracce.

Ricordiamo che in tutte le procedure concorsuali per gli otto quesiti (sei a risposta aperta più due di lingua straniera a risposta chiusa) i candidati avevano a disposizione 150 minuti, cioè mediamente meno di 20 minuti a quesito.

Anche noi abbiamo esaminato le tracce di alcune classi di concorso per valutarne la fattibilità nell’arco di tempo assegnato, rispetto all’ampiezza delle tematiche proposte.

Ci siamo limitati a esaminare le tracce del concorso di scuola primaria, in ragione del fatto che hanno coinvolto il maggior numero di candidati.

E la prima impressione è che le tracce abbiano contenuti pertinenti e interessanti, ma la cui complessità non è proporzionata, in  molti casi, al tempo disponibile per le prove. Insomma poco tempo per svolgere proficuamente tematiche ampie e impegnative.