TFA/2. Prove scritte custodite dai carabinieri. Basterà?

Potrebbe essere una buona idea quella del pro rettore dell’università di Torino, Sergio Roda, che ha chiesto e ottenuto, secondo quanto dallo stesso pro rettore comunicato al ministro Profumo, che la custodia delle prove scritte del concorso per l’ammissione ai TFA sia affidata all’arma dei carabinieri.

Un’idea verso la quale il ministro, come riferisce Roda, “ha mostrato grande interesse”, tanto da ipotizzare l’estensione dell’iniziativa, che per ora ha carattere locale e sperimentale, a tutto il territorio nazionale.

Al concorso che si svolge a Torino partecipano 5.500 aspiranti insegnanti, e altre decine di migliaia di concorrenti affolleranno le altre sedi universitarie nelle quali è stata programmata l’effettuazione dei corsi di TFA, secondo il calendario pubblicato sul sito del Miur. Si ipotizzano 180.000 partecipanti. Numeri straripanti, che giustificano l’adozione di misure di sicurezza per quanto riguarda la custodia delle prove.

Non si conoscono i dettagli dell’accordo stabilito nel capoluogo piemontese tra l’università e i carabinieri. E’ possibile, e comunque auspicabile, che la custodia degli elaborati non si limiti alla sola fase iniziale della procedura (prova preselettiva) ma si estenda a quelle successive, e soprattutto a quella riguardante la correzione e valutazione delle prove scritte, che una volta esaminate dalle commissioni dovrebbero essere man mano consegnate ai carabinieri e non più riviste per nessun motivo.

Non per sfiducia verso i commissari, ma perché quando i numeri sono così grandi aumentano i rischi di disfunzioni di varia natura. E questo vale non solo per Torino…