TFA speciale, Luzzatto: not in my name

Il fatto è che non solo la grande maggioranza dei parlamentari, nell’imminenza delle elezioni, ha sostenuto il varo del TFA speciale, ma che la stessa cosa la chiedono con forza praticamente tutti i sindacati.

Per questo Giunio Luzzatto, promotore con Andrea Ichino dell’appello contro il TFA speciale, già coordinatore nazionale delle SSIS e tra i maggiori esperti italiani di formazione dei docenti, da sempre iscritto alla Flc Cgil, ha rassegnato le dimissioni da questo sindacato scrivendo, in un polemico articolo pubblicato da Repubblica, che “un tempo essa (la Cgil, ndr) tentava di tenere insieme l’interesse degli insegnanti con quello di tutti gli altri lavoratori, che per i loro figli vorrebbero i docenti migliori e non quelli che hanno acquisito più supplenze, magari per la benevolenza dei gestori di scuole private. Ora, essa è stata invece alla testa dell’azione contro la qualità della scuola: nel mio piccolo, ho inviato oggi la lettera di dimissioni. Se scelgono la demagogia, “not in my name”.

Certo Luzzatto critica in primo luogo i partiti e i teorici della meritocrazia: “Dove erano i paludati editorialisti che pontificano sulla lotta alle corporazioni? Dove erano le forze politiche che un giorno sì e l’altro pure si sbracciano a favore del merito e dei giovani? Quando la Commissione della Camera ha dato il suo parere sul decreto, l’on. Giovanni Bachelet è stato lasciato solo dal suo partito, il Pd, e il gruppo Pdl ha ignorato la presa di posizione (peraltro estremamente tardiva) dell’on. Gelmini che ammoniva sull’esigenza della programmazione quantitativa”.

Sulla questione, come si vede, le divisioni tra i partiti (un po’ meno tra i sindacati) sono trasversali, ma il transpartito del merito si è trovato in netta minoranza, anche perché la ricerca del consenso sotto elezioni non poteva che favorire le aspettative degli interessati al TFA speciale, assai più numerosi (circa il triplo) degli ammessi al TFA ordinario.

Un cedimento alla demagogia, sospetta Luzzatto, che ha visto convergere partiti e sindacati? Se è così, conclude, andate per la strada che avete scelto. Ma not in my name.