TFA sostegno: l’VIII ciclo tra sorprese e conferme inaspettate

A fine maggio, finalmente, il Ministero dell’Università e Ricerca, d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha pubblicato i decreti che consentono l’avvio delle procedure per l’VIII ciclo del TFA per la specializzazione di docenti di sostegno. Procedure che, a cominciare dalle prove preselettive nella prima settimana di luglio, dovranno concludersi entro il 30 giugno del prossimo anno.

Dopo la preselezione, la prova scritta e l’orale, ogni Ateneo organizzerà a favore dei candidati ammessi il corso di formazione che si svilupperà per circa sei mesi con attività formative, laboratori e tirocini (tutto ben diverso per qualità e durata – sottolineiamolo – dai corsi non selettivi frequentati all’estero).

Questo VIII ciclo TFA riserva sorprese e conferme.

La prima sorpresa è costituita dal numero dei posti: poco meno di 29mila complessivi. Si sperava fossero molti di più, in considerazione del rilevante fabbisogno di docenti per la copertura dei posti di sostegno in continuo aumento di anno in anno.

La conferma riguarda la squilibrata distribuzione sul territorio nazionale dei posti disponibili per i corsi di formazione. Uno squilibrio distributivo penalizzante proprio per le regioni settentrionali, dove è elevato, più che altrove, il fabbisogno di docenti specializzati per la copertura di posti di sostegno vacanti. Già negli anni scorsi era stata avanzata richiesta per una radicale revisione che consentisse una maggiore quantità di posti formativi assegnati alle regioni settentrionali, alle quali in tutti i cicli TFA precedenti è sempre stata assegnata una quota minore (ben al di sotto del 20% complessivo).

Purtroppo in questo nuovo ciclo di TFA lo squilibrio distributivo si è ulteriormente acuito a danno delle regioni settentrionali; l’anno scorso alle regioni settentrionali era stata assegnata una quota complessiva di posti pari al 16,6% (4.289 su un totale di 25.874), mentre quest’anno la quota di posti assegnati è scesa al 14,4% (4.175 su un totale di 28.896). Quindi ancora meno posti assegnati al nord rispetto all’anno scorso, nonostante l’aumento complessivo dei posti a livello nazionale.

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