Test d’ingresso a Medicina, entro luglio adozione del modello francese

Ho pensato di rivisitare subito il sistema di selezione per gli studi di medicina perché quello dei test non ha dato finora prova di essere il migliore possibile. Quindi i prossimi tre mesi saranno dedicati a studiare un modello alternativo. Ci stiamo ispirando a quello francese che è un modello collaudato da molti anni, anche perché la Francia è paragonabile al nostro paese sia come sistema pubblico centralizzato con autonomia degli atenei per la gestione”. Così il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, questa mattina a Padova per un incontro elettorale.

Quindi quello da adottare potrebbe essere il modello francese con eventuali correttivi – ha proseguito – ma quello che tengo a precisare è che la mia volontà è quella di assicurare il miglior sistema selettivo possibile. Cioè dobbiamo puntare alla qualità sia della formazione che della valutazione e del reclutamento degli studenti. I problemi strutturali e organizzativi sono problemi che si risolveranno a valle del processo di cambiamento. Non si può invertire la logica”.

Ai giornalisti, il ministro ha spiegato il senso delle proprie intenzioni: “L’università deve considerare due fondamentali esigenze: un diritto allo studio il più possibile diffuso e garantito perché questo paese si salva solo con l’istruzione; al tempo stesso favorire percorsi di eccellenza perché non possiamo continuare ad essere agli ultimi posti delle classifiche internazionali”. “Per conciliare queste due esigenze bisogna mettere assieme un processo selettivo che avviene con il massimo rigore e con la massima severità che prevede l’impegno degli studenti e l’attitudine al sacrificio – ha aggiunto Giannini -. Dall’altra parte ai docenti ricordo che devono ritornare ad un metodo di rigore che è quello che ha caratterizzato la nostra cultura, il nostro sistema di istruzione pubblico”.

La posizione del ministro è stata poi ribadita in un’intervista a Radio Capital: ”Non bastano due ore per decidere il futuro della vita di una persona. Noi vogliamo una selezione che sia la migliore possibile e per questo c’è l’ipotesi di lasciare libera l’iscrizione al primo anno e poi avere una selezione durissima per poter accedere al secondo anno. Così si iscriverebbero i più motivati”.