Tempo di esami/2. Nuove tecnologie e vecchia ‘maturità’

Il 20 giugno iniziano gli esami anche per gli studenti che concludono gli studi di istruzione secondaria superiore, paternamente incoraggiati dal ministro Profumo a “non avere paura”.

Novità non ce ne sono, le regole sono le stesse di questi ultimi anni dopo gli assestamenti promossi in una linea di sostanziale continuità dai suoi due predecessori Fioroni e Gelmini. Anche la ‘terza prova’ è rimasta la stessa, malgrado i propositi gelminiani (e ora profumiani) di spostarla dal livello locale a quello nazionale, dove si giustificherebbe assai più, per il suo carattere pluridisciplinare, della prova nazionale di italiano-matematica inserita nell’esame di licenza media.

Niente novità dunque, tranne una che riguarda non i contenuti o le modalità di svolgimento delle prove ma l’invio dei testi alle commissioni d’esame.  Va in pensione l’antiquato sistema delle buste  chiuse da consegnare tramite i carabinieri, con annessi spifferi e fughe di notizie, sostituito da un plico telematico inviato tramite internet, pare a prova di hacker. Si parla addirittura di una sofisticata ‘tecnologia militare’ che sarebbe stata adottata dal Miur per proteggere la segretezza delle prove. 

Forse non è un caso che questa accelerazione tecnologica del Miur prenda corpo ora che alla guida del Ministero è approdato un ministro a sua volta caratterizzato da un profilo ‘tecnologico’, un ricercatore nel campo dell’automazione industriale, già presidente del CNR. La simulazione fatta qualche settimana fa ha dato esiti rassicuranti, e quindi ben venga questa prima svolta modernizzatrice.

La seconda, visto che ormai i libri di testo sono in larga misura digitali o digitalizzabili, potrebbe essere quella di far svolgere le prove direttamente al computer. Dovrebbero però essere apprestate, almeno in parte, consegne di nuovo genere, di tipo per così dire post-gutenberghiano, che consentano ai candidati di utilizzare la flessibilità, la potenza e la multimedialità dello strumento. E non è detto, in prospettiva, che le prove debbano essere solo e sempre individuali: una commissione potrebbe anche osservare un lavoro di gruppo e valutare l’apporto di ciascuno dei suoi membri.

Per ora è cambiato il mezzo (di comunicazione). Presto potrebbe (dovrebbe) cambiare anche il messaggio, i contenuti e gli obiettivi dell’esame di maturità dei ‘nativi digitali’.