Telecamere nella scuole? No della Cisl

Gissi: non si possono applicare alle scuole sistemi da 'grande fratello'

Sulla richiesta di istituire controlli video per prevenire episodi di violenza nelle scuole dell’infanzia la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, ha rilasciato una dichiarazione nella quale, premesso che “chi si rende responsabile di comportamenti inaccettabili e incompatibili col profilo di educatore va perseguito e allontanato dalla scuola”, osserva che “non è giusto, né utile, né accettabile mettere sotto sorveglianza un’intera categoria di persone che svolgono con coscienza e capacità, ogni giorno, il proprio lavoro. 
Prima di ipotizzare sofisticati sistemi controllo, ci si preoccupi di dare alla scuola e al suo personale quell’apporto di fiducia che è essenziale per sostenere il difficile compito di chi è chiamato a istruire e educare a nome e per conto dell’intera comunità”.

Secondo la sindacalista “c’è una sproporzione insopportabile fra il clamore per circoscritti episodi, comunque esecrabili, e il silenzio sulle quotidiane fatiche di migliaia e migliaia di insegnanti. Anche il mondo dell’informazione dovrebbe farsi, a questo proposito, qualche domanda, quando si innesca una vera e propria caccia alle streghe”.

Se da una parte “non ci possono essere giustificazioni e impunità quando si accertano fatti di questa natura”, dall’altra “è proprio per tutelare la qualità e l’efficacia del rapporto educativo che ci si deve chiedere se sia giusto e opportuno applicare alle scuole sistemi da ‘grande fratello’. 
A noi pare proprio di no, si tratterebbe di un rimedio peggiore del male. Non è così che si difendono i diritti dell’infanzia, facendo dei bambini e dei loro insegnanti una comunità di sorvegliati speciali.

Gissi ricorda infine le perplessità espresse in materia anche dal Garante per la privacy Soru: Ci sembra che vadano in questa direzione“, conclude.