Telecamere in classe: un sistema da ‘Grande Fratello’?

La notizia dell’arresto di quattro maestre della scuola Montessori di Capurso, in provincia di Bari, accusate di avere maltrattato 13 bambini di 3 anni, iscritti al primo anno di scuola dell’infanzia, ha dato ulteriore fiato ai sostenitori dell’installazione delle telecamere in classe.

A caldo, senza attendere l’esito degli accertamenti in corso da parte della magistratura, due deputati pugliesi della Lega, Anna Rita Tateo e Rossano Sasso, hanno affermato che “un deterrente a questi atteggiamenti è sicuramente la videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole d’infanzia, su cui come Lega abbiamo dato parere favorevole sia in Commissione Cultura che in Aula alla Camera pochi giorni fa”.

I parlamentari fanno riferimento alla proposta di legge approvata lo scorso 24 ottobre dalla Camera (404 voti a favore, 110 astenuti e nessun contrario) e ora in attesa di esame da parte del Senato. Se la legge sarà varata nell’attuale formulazione si tratterà di un successo, in particolare, di Matteo Salvini, che già nello scorso mese di giugno, a poche settimane dalla formazione del governo giallo-verde, aveva annunciato che “Da papà farò di tutto perché sia approvato il progetto di legge per avere telecamere negli asili, nelle scuole e nelle case di riposo”, aggiungendo che occorre farlo anche “per rispetto delle maestre perbene che sono il 99 per cento, come gli infermieri. Però chi mette le mani addosso a un disabile o a un bambino è una bestia che non può tornare a fare quel lavoro”.

Concetto ripreso dalle deputate Annagrazia Calabria (Forza Italia), prima firmataria della proposta di legge, ed Elena Murelli (Lega), relatrice del provvedimento, che così si è espressa: “Chi maltratta, abusa o violenta ci fa schifo e va sbattuto in galera. A maggior ragione chi lo fa a danno dei soggetti più deboli come minori, disabili e anziani”, precisando che “per maltrattamenti, abusi e violenze intendiamo anche quelli di natura psicologica”.

Preoccupate sono le reazioni praticamente di tutti i sindacati (Gissi, segretaria della Cisl scuola, parla di “sistemi da Grande Fratello”), della FISM e della associazione di dirigenti DiSAL, mentre l’ANP con Giannelli dà un giudizio complessivamente favorevole ritenendo particolarmente “condivisibile l’introduzione di disposizioni di legge che impongano la verifica, tanto iniziale che periodica, del possesso dell’idoneità psicoattitudinale all’attività da svolgere”.

Gabriele Toccafondi, deputato di Civica Popolare, critica invece il “giacobinismo” della proposta di installare telecamere “in ogni stanza e angolo delle strutture. Una risposta costosissima e impraticabile che non aiuta e non risolve i problemi di sicurezza. Meglio, molto meglio lavorare ed investire su formazione, selezione, controlli. Non possiamo permetterci di far decadere nel sospetto permanente i rapporti fra familiari dei bambini e degli anziani e insegnanti e operatori”.