Taglio, non taglio?

Il mese di gennaio, tradizionale appuntamento per le iscrizioni e per la definizione degli organici del personale scolastico, quest’anno si carica dei nuovi problemi di attuazione della Finanziaria, a cominciare da quello, non semplice, dell’innalzamento del numero medio di alunni per classe (da 20,6 a 21,0 alunno/classe) che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) comportare riduzione del numero di classi e, per conseguenza, del numero di docenti e di personale Ata necessario.
Quando nell’autunno scorso si ventilò l’ipotesi dei tagli di organico, il ministro Fioroni dichiarò più volte che “la scuola aveva già dato“.
Sembra poco probabile che ora lo stesso ministro si pieghi tranquillamente alla previsione di ridurre l’organico, come vorrebbe la Finanziaria, senza tentare una difesa dello status quo, forte anche del fatto che le casse statali in questa fase “non piangono” più come prima e che il turn over (attesi 30 mila pensionamenti di docenti e 8 mila Ata per anno) dovrebbe determinare, secondo le stesse stime della relazione tecnica allegata alla finanziaria, un risparmio di oltre 420 milioni di euro all’anno per minori stipendi del personale scolastico assunto.
Da tanti anni si svolge questa sfida indiretta tra ministero dell’Economia che progetta tagli di organico sulla scuola e ministero dell’Istruzione che cerca il più possibile di contenere i danni.
Il ministro Padoa-Schioppa questa volta ha voluto la clausola di salvaguardia per vincolare il collega Fioroni al rispetto delle riduzioni di spesa previste.
Basterà per piegare il titolare del dicastero di viale Trastevere, tenuto conto che tra le previsioni di tagli ve ne sono alcune che sembrano di impossibile attuazione, come ad esempio quella conseguente alla riduzione delle ripetenze nei primi due anni delle superiori?