Tagli, scatti e risparmi a Ballarò

Nell’edizione di Ballarò di martedì scorso, 11 gennaio, una parte della popolare trasmissione condotta da Giovanni Floris è stata dedicata alla tematica dell’istruzione, come era normale che accadesse data la presenza in studio del ministro Gelmini.

Ma nell’economia della puntata poco spazio è stato lasciato agli specifici problemi della scuola e dell’università perché il focus di questa edizione di Ballarò si è concentrato sullo scontro politico tra maggioranza e opposizione, alla vigilia della sentenza della Corte costituzionale sul ‘legittimo impedimento’. E Mariastella Gelmini si è confrontata con i suoi interlocutori più sulla politica generale che su tematiche settoriali: con reciproco rispetto, ai limiti di un tacito feeling, con Anna Finocchiaro, presidente dei senatori Pd, con aspra vis polemica con il leader dell’Idv Antonio Di Pietro e soprattutto con Stefano Rodotà, i cui interventi ha definito “a metà strada tra una lezione cattedratica e un comizio”.

Nello spazio dedicato alla scuola è andata in onda anche un’intervista a Tuttoscuola, centrata sulla tematica della spesa per l’istruzione, con particolare riferimento al rapporto tra ‘razionalizzazione’ (contenimento) della stessa spesa e utilizzazione delle economie (risparmi) derivanti dalla manovra. Il montaggio dell’intervista ha un po’ sacrificato l’analisi proposta da Tuttoscuola, ma non tanto da non far risultare con chiarezza che buona parte dei risparmi finora maturati (il 30% della somma risparmiata con i tagli dei posti, che la legge 133/2008 destinava alla valorizzazione della professione docente) sarà utilizzata per ‘scongelare’ gli scatti di anzianità, ‘congelati’ (termini da frigorifero impiegati dalla Ragioneria dello Stato) dalla manovra Tremonti del 2010, mentre il resto verrà investito nella sperimentazione del merito. Questo per i risparmi conseguiti nei primi due anni del piano (2009-10); per quelli successivi (2001-12), nei quali sono concentrati i risparmi più cospicui, si vedrà.