Tagli d’organico: Tremonti batte Padoa-Schioppa 2 a 1.

L’attacco del primo comma dell’art. 64 del decreto legge 112 del 25 giugno scorso sulla razionalizzazione della spesa pubblica è un destro-sinistro da ko, per dirla in gergo pugilistico. “Ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall’anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l’anno scolastico 2011/2012, per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei“.

Nel confronto internazionale, a proposito del rapporto alunni per docente, l’Italia, secondo la rilevazione del 2004, riportata anche dal “Quaderno bianco sulla scuola”, è al 9,1 contro la media dei Paesi Ocse del 7,5, dove, cioè, bastano 7 insegnanti e mezzo per insegnare a 100 alunni, mentre da noi ce ne vogliono 9,1-9,2.

La Francia è all’8,3, la Germania al 6,6 e la Gran Bretagna al 6,9. Gli Stati Uniti sono al 6,5 e i Paesi del Nord Europa al 7,6-7,8. La Spagna è sui valori dell’Italia, la Grecia ci segue in questa particolare graduatoria. Secondo lo stesso “Quaderno bianco”, predisposto un anno fa dai ministeri dell’istruzione e dell’economia, nel 2005 il rapporto in Italia è diventato di 9,3, ma, se si computano i docenti di religione il rapporto sale a 9,6. Includendo i docenti di sostegno, il rapporto sale a 10,7; se si computano tutti i docenti, a qualsiasi titolo assunti, compresi gli insegnanti delle scuole dell’infanzia, il rapporto in Italia arriva a 11,5.

Quel punto da recuperare per avvicinarsi agli standard internazionali, come recita il decreto legge, ha un effetto ben diverso, a seconda che assuma a riferimento l’universo dei docenti o una parte di esso. Così, se il calcolo di quel punto da recuperare nel triennio esclude docenti di religione, tecnico-pratici, sostegno e infanzia, il punto equivale a circa 70 mila unità dell’organico docenti da tagliare; se invece si riferisce a tutto e a tutti, può raggiungere e superare le 100 mila unità.

Se si avvera la prima ipotesi, sarebbero evitati tagli ai settori non compresi nel calcolo, e cioè sostegno, scuola dell’infanzia e docenti di religione. Il Ministero dell’economia si accontenterà?

Escludendo i tagli Ata, Padoa-Schioppa aveva tolto 43 mila posti di docente; Tremonti il doppio.