Supplenze brevi: cesseranno le regole che creano ritardi e disfunzioni?

La scarsa funzionalità delle regole per il conferimento di supplenze brevi nel primo ciclo (e nella scuola primaria in particolare) è una triste nota di disservizio quotidiano che colpisce le segreterie delle scuole, gli alunni e i docenti in servizio.
Più volte anche Tuttoscuola ha raccolto il “grido di dolore” che viene dalle scuole e da sempre denunciato dall’Associazione nazionale dirigenti scolastici (www.andis.it).
Nei giorni scorsi i sindacati confederali della scuola Cgil, Cisl e Uil hanno richiesto un incontro urgente con il Miur per mettere fine alle molte disfunzionalità che, per effetto del Regolamento per le supplenze dei docenti (decreto del 20 giugno 2000, rivelatosi “spesso ingestibile sul piano operativo, lacunoso e inadatto a garantire il diritto al lavoro e alla qualità della scuola”), colpiscono quotidianamente le scuole con aggravio anche di spese telefoniche e amministrative.
L’esperienza di questi anni ha dimostrato – hanno detto i sindacati – come l’eccessivo numero di preferenze esprimibili nelle domande di supplenze relative alle graduatorie d’istituto, per quanto riguarda la scuola del ciclo primario, e le complesse modalità di comunicazione da parte delle segreterie, nella ricerca dei supplenti, sono da considerare le principali cause dell’inefficienza della norma“.
A dire il vero non è la prima volta che i sindacati chiedono di cambiare il Regolamento per le supplenze, ma, pur essendovi stata disponibilità del Miur ad aprire un confronto, tutto è sempre stato rinviato a tempi migliori. Sarà la volta buona o anche per il prossimo anno ricomincerà il calvario delle chiamate e il disservizio per ritardi di nomine?
Da molte scuole si chiede anche di reintrodurre la limitazione degli ambiti territoriali di domicilio (una supplente di Salerno chiamata a Roma per una supplenza breve potrà mai assumere servizio immediatamente?) e il deterrente dell’accodamento di graduatoria in caso di rifiuto non giustificato.