Studenti demotivati, Fedeli risponde: ‘Stiamo lavorando alla scuola che desiderate, ma abbiamo bisogno di voi’

Alla sfiducia e alla delusione degli studenti la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli risponde con la speranza e con l’impegno. In questi giorni le pagine virtuali de La Stampa sono state teatro di uno scambio di battute proprio tra la Ministra e lo scrittore e insegnante Alessandro D’Avenia che ha portato all’attenzione della prima alcune storie di studenti. 

Proprio lo scorso 15 marzo, infatti, D’Avenia ha mandato un messaggio chiaro e forte a Fedeli: “Nel suo discorso di insediamento ha affermato che, a motivo della sua storia professionale e politica, si sarebbe battuta per le pari opportunità – ha scritto nell’articolo ‘Cara ministra, deve difendere gli studenti’ – Spero quindi che le seguenti testimonianze, ne ho scelte solo due tra le tantissime che ricevo in qualità di insegnante e di scrittore, possano servire da ulteriore sprone per la sua azione politica“.

La prima testimonianza a cui fa riferimento lo scrittore è quella di una studentessa demotivata, sfiduciata nei confronti della scuola. Nel suo racconto la ragazza dice di annoiarsi, di ritrovarsi spesso a girare i pollici in classe senza un insegnante a cui poter fare riferimento: “Molti dei miei professori sono spesso assenti – afferma – e purtroppo tantissime volte ci ritroviamo in classe senza fare nulla… Sono ben due anni che le cose vanno così. Ogni volta che torno a casa, mi sento demoralizzata e stanchissima. La mia professoressa di italiano non ha voglia di fare nulla. In questi anni, abbiamo saltato gran parte dei programmi. Adesso, a pochi mesi dalla maturità, siamo davvero indietro e abbiamo svolto un solo tema durante tutto il primo quadrimestre“. E il preside? Secondo le parole della studentessa, dice di non poter fare niente per sistemare questa situazione, che ha le mani legate.

La seconda testimonianza riportata da D’Avenia ha a che fare con una perdita, quella di una classe che vede il suo insegnante d’Inglese dover andar via. Un professore bravissimo, di quelli che danno tutto ai propri ragazzi e che gli studenti ricorderanno sempre. “In questi mesi ho capito che l’inglese non è solo un insieme di regole grammaticali o di pagine da studiare a memoria – racconta lo studente – ho capito che, se mi impegno, posso raggiungere buoni risultati anche in questa materia. E non sono stata l’unica a migliorare. Durante le lezioni tutti i miei compagni lo ascoltavano senza fiatare e anche i più “turbolenti” della classe intervenivano nel corso della lezione. Pensandoci bene, forse, quello che mi ricorderò per sempre sarà la grande fiducia che questo professore ha avuto in noi, in ciascuno di noi“. Peccato che il suo contratto stia per scadere, e con questo anche la bella favola degli studenti che a breve dovranno affrontare l’esame di maturità. Ovviamente con un nuovo docente di inglese.

Fedeli non tarda a far arrivare la sua risposta sempre su La Stampa: “Care ragazze, cari ragazzi, delle vostre lettere mi hanno colpito profondamente due sentimenti che esprimete: la delusione e la fiducia“, scrive oggi, 16 marzo. “Voglio dirvi che la scuola che stiamo cercando di realizzare per voi è esattamente quella che desiderate – continua la Ministra. – Una scuola che sia capace di trasmettervi nozioni e informazioni basilari per la vostra formazione, e insieme vi proietti nel futuro, mettendovi in relazione con diversi settori della società, orientandovi, facendovi acquisire consapevolezza delle competenze che avete già e di quelle che dovrete potenziare, aiutandovi nel vostro percorso per divenire cittadine e cittadini informati, consapevoli, attivi“.

Alternanza scuola – lavoro, le deleghe della Buona Scuola, il Piano Nazionale per la Scuola Digitale, quello in 10 azioni per fare della scuola un luogo di innovazione, di apertura al territorio e al mondo del lavoro, di inclusione per chi è disabile o straniero, di cittadinanza europea e globale, tutto concorre in questa direzione, dice la Ministra.

Capirete bene che il vostro apporto è indispensabile per riuscire a portare a segno questo impegno – conclude Fedeli. – Siete voi il centro di questo lavoro. È con voi che vogliamo confrontarci, è con le vostre famiglie, con le vostre insegnanti e i vostri insegnanti, con le comunità scolastiche in cui vivete che vogliamo dialogare. Vogliamo fare tesoro delle vostre esperienze per costruire una scuola – e con questa una società – giusta, di pari opportunità e di uguaglianza nei diritti. L’ascolto è e sarà cifra distintiva del nostro operato. Mi auguro che anche chi verrà dopo di noi prosegua questo cammino, facendo di voi, nuove generazioni, fulcro dell’azione di governo, fuori dai tira e molla politici che in passato hanno prodotto danni a voi e al Paese. Ho fiducia che sarà così“.