Strage Paderno Dugnano, Novara: ‘Genitori spesso amici dei figli. Si creano corto circuiti, la scuola fa troppo poco’

La strage di Paderno Dugnano ha lasciato tutti sgomenti, anche noi specialisti – ha commentato Novara, pedagogista e direttore del Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti (CPP) -. Si tratta di un caso limite, la normalità non è questa, ma negli ultimi anni sto assistendo a un preoccupante aumento dell’aggressività dei figli, soprattutto adolescenti, nei confronti dei genitori. Un fenomeno assolutamente inedito a livello storico e molto difficile da notare perché è spesso accompagnato da un senso di vergogna e imbarazzo che impedisce al genitore che ha subito violenza di parlarne. Ho avuto occasione di notarlo grazie al mio lavoro che mi ha portato a riscontrare come gli atti intimidatori o violenti si collochino all’interno di un quadro genitoriale di fragilità, sia emotiva che educativa”.

Incontro spesso padri e madri che faticano a mantenere la giusta distanza con i loro figli, quella distanza che permette loro di organizzarne adeguatamente la crescita – ha spiegato Novara -. Troppo spesso invece si cercano con i figli relazioni confidenziali, se non amichevoli, che non arginano di certo le istanze aggressive. Genitori che vivono spesso nell’innocenza del mito del dialogo, della parola, dello scambio. Così facendo abdicano al loro ruolo genitoriale, impedendo il mantenersi della giusta distanza e quindi della propria titolarità educativa. E finendo con il diventare amici dei figli, e non genitori. Un quadro che sta creando una generazione di ragazzi e ragazze scarsamente propensi a gestire le contrarietà, quelle situazioni in cui gli altri non sono d’accordo con te, non ti danno ragione, le cose non vanno come volevi. Si creano così corto circuiti che portano spesso a comportamenti aggressivi legati alla frustrazione di non saper gestire adeguatamente i conflitti relazionali”.

“La scuola, che potrebbe essere il luogo deputato a sanare questa mancanza, fa troppo poco su questo versante nonostante la poca capacità di affrontare i conflitti in modo sano sia estremamente diffusa nella fascia adolescenziale. La difficoltà nella gestione delle contrarietà e dei conflitti è l’anticamera della violenza – ha concluso Novara -. Per questo abbiamo bisogno di progetti educativi dedicati alla buona gestione dei conflitti e non di tenere i nostri ragazzi e le nostre ragazze lontani da ogni contrarietà, in un mito dell’armonia che non ha alcun senso“.

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