Stato giuridico: critiche e proposte della Gilda

No alla logica della proposta di Legge di riforma dello Stato giuridico dei docenti del Testo unificato 4091, meglio nota come Santulli-Napoli.
E’ la risposta dell’Assemblea Nazionale dei delegati della Gilda degli Insegnanti, riunita a Fiuggi dal 25 al 28 novembre 2004.

Infatti, secondo i delegati, l’utilizzo in essa di alcune proposte storiche dell’associazione, quali l’ area di contrattazione separata e l’istituzione di organismi tecnici di autogoverno, avrebbe un valore strumentale per introdurre elementi di gerarchizzazione all’interno della professione docente.
Per questo, deciso è stato il rifiuto alla chiamata diretta da parte dei Dirigenti, considerata “lesiva della libertà d’insegnamento ed anticipatrice di derive clientelari“.

La Gilda dichiara di non essere “disposta ad accettare forme di progressione professionale che siano in contrasto con i principi generali di libertà, pluralismo ed autonomia professionale dei docenti e di rifiutare “l’introduzione di forme di carriera che possano prestarsi ad un uso strumentale a fini disciplinari da parte della dirigenza scolastica, introducano gerarchie tra i docenti, non siano fondate sullo specifico professionale del lavoro d’aula, confinino la progressione professionale all’interno dell’ambito puramente scolastico“.

La Gilda è invece favorevole ad un Organismo tecnico di autogoverno composto esclusivamente da docenti in servizio eletti su liste nazionali e regionali, senza elementi esterni a cui affidare:

o L’ Individuazione delle modalità di accesso alla professione docente.
o Interventi di carattere propositivo e consultivo sugli ordinamenti scolastici.
o Interventi di carattere disciplinare.
Per questo chiede inoltre: lo stralcio dell’ Organismo rappresentativo della docenza, la configurazione dell’ area contrattuale separata per la docenza e la figura del Preside elettivo.

Infine, la Gilda considera necessario che “vengano abbandonate definitivamente quelle politiche scolastiche di tagli e risparmi sul capitale umano di cui la scuola dispone – pesantemente confermati dalla Finanziaria 2005 – e che si avviino scelte di investimento sui docenti e sulla scuola in termini economici e professionali tali da essere fondamento per lo sviluppo culturale ed umano delle future generazioni“.