Spoils system, quando il troppo stroppia

Lo scorso 8 ottobre sono scaduti gli incarichi di studio conferiti ai direttori generali dopo la rimozione dall’incarico di funzione di un anno fa.
Cinque di essi hanno preferito la strada del pensionamento anticipato, uno è stato restituito al ruolo unico a disposizione del dicastero della Funzione Pubblica (in assenza del regolamento attuativo della legge Frattini che ne ha previsto l’abolizione), due sono tornati all’amministrazione di provenienza, tre sono stati “retrocessi” ad un incarico di dirigenza non generale e non di gestione attiva.
Questo il bilancio “numerico”. Accanto ad esso, va fatta una riflessione.
Il tutto si è consumato – a quanto se ne sa – senza alcuna valutazione di cosa abbiano “studiato” per un anno, dei risultati della loro attività, che avrebbero dovuto essere alla base, in coerenza con il disposto della “legge Frattini”, delle decisioni del MIUR.
Dalla vicenda si ricava un’idea di potere, quasi onnipotente, che la legge di riforma – così come è stata applicata – ha attribuito al Governo.
Forse non erano queste le intenzioni del legislatore. Ma se una promozione, un’assegnazione di ufficio direttivo, un tramutamento di funzioni avvenissero avendo lo scopo di “mettere in riga” qualcuno, il risultato finale sarebbe la consegna al Paese di un dirigente – sia amministrativo, tecnico o scolastico – meno indipendente, con il rischio di smarrire il principio costituzionale di imparzialità e di autonomia dell’amministrazione pubblica.
Alla base dello spoils system ci dovrebbe essere la valutazione delle competenze tecniche e del raggiungimento degli obiettivi assegnati al dirigente, e mai dovrebbe assomigliare a un “regolamento di conti”.
Entro gennaio 2004 il MIUR dovrà emanare il regolamento di riorganizzazione che definirà le missioni delle nuove strutture. Speriamo che tenga conto delle esperienze maturate.