Sperimentazione/4. Sindacati: ‘sia solo un antipasto’
“La decisione del Ministro Fioroni di sospendere la sperimentazione del decreto sui licei rappresenta una scelta saggia“, ma “non può che rappresentare un antipasto rispetto a scelte di eguale rilievo ed altrettanto urgenti che devono riguardare la scuola dell’infanzia, elementare, media e superiore, con il ritiro dei decreti legislativi n° 59 e 226, e le immissioni in ruolo del personale precario docente ed ATA“.
Non fa sconti al nuovo governo il segretario della FLC-Cgil, che prende atto della “saggezza” del ministro Fioroni, ma sollecita il ritiro urgente dei due decreti legislativi riguardanti gli ordinamenti del primo e del secondo ciclo. Non viene richiesta, però, in questo caso l’abrogazione della legge di delega. Il termine che il sindacato scuola della CGIL utilizza è “superamento”, che però potrebbe essere stato impiegato come sinonimo di abrogazione.
Più rivolti alla rivisitazione selettiva della legge sembrano i commenti degli altri sindacati. La Gilda degli insegnanti, con il nuovo coordinatore nazionale Rino Di Meglio, “si augura che questo sia solo il primo passo e chiede al ministro Fioroni di revocare subito le circolari illegittime con cui il Ministero ha tentato nei mesi scorsi di far passare il tutor e il portfolio e l’anticipo nelle scuole materne, scavalcando le competenze del Contratto di lavoro“. Le stesse richieste le avanza la CISL scuola col segretario Scrima, mentre la UIL scuola (Di Menna) auspica la “rimodulazione del decreto sul secondo ciclo entro la fine di quest’anno“, con l’inclusione degli istituti professionali (esclusi dalla sperimentazione) all’interno di un nuovo sistema di istruzione secondaria superiore “rimodulato“.
Un freno agli abrogazionisti viene anche dall’ex ministro Berlinguer, che nella citata intervista al “Corriere” afferma: “si cambi solo quel che la ragione suggerisce di cambiare. La destra ha avuto un unico obiettivo: abrogarmi, la damnatio memoriae. Gli abrogazionisti totalizzanti di oggi seguono la stessa linea“. Incorrendo nello stesso errore, fa capire Berlinguer.
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