Sperimentazione del 2° ciclo/1. Che cosa dice il decreto

Tuttoscuola” è in grado di anticipare i contenuti del nuovo decreto ministeriale sulla sperimentazione del secondo ciclo che partirà tra 7 mesi. Il testo è stato firmato dal ministro Moratti, come da lei stessa annunciato domenica 29 a margine della terza conferenza di Catania sullo spazio euromediterraneo, ed è destinato a gettare olio sul fuoco delle polemiche tra il governo nazionale e le Regioni, che dopo aver chiesto e ottenuto lo spostamento della data d’avvio della riforma al 1° settembre 2007, vengono ora “by-passate” da questo provvedimento.
Ma vediamo cosa prevede il decreto (la bozza in allegato).
TIPO DI PROGETTO: si tratta di un “progetto, in ambito nazionale, concernente l’introduzione di innovazioni riguardanti gli ordinamenti liceali e l’articolazione dei relativi percorsi di studio, come previsti dal decreto lgs n. 226/2005“. Da notare che il DM parla di “innovazioni“, non di sperimentazione, e che esse possono essere anche parziali.
DESTINATARI: gli allievi delle prime classi delle attuali scuole secondarie superiori e quelli delle prime classi dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione.
CONTENUTO: le innovazioni “si caratterizzano come laboratori di ricerca, di approfondimento e di analisi sugli aspetti connessi ai profili ordinamentali delle otto tipologie liceali” previste dal citato decreto, compresi i percorsi di “campus” (vedi sotto).
CONDIZIONI DI FATTIBILITA’: sono necessari il consenso dei genitori, la delibera di adesione al progetto da parte del Collegio dei docenti, l’autorizzazione del Direttore Generale dell’ufficio scolastico regionale, l’inserimento del progetto nel Piano dell’Offerta Formativa della scuola. Le innovazioni possono essere anche parziali o limitate a “singoli profili ordinamentali“. Gli istituti devono operare “nell’ambito delle risorse professionali, strumentali e finanziarie a disposizione“, comprese le risorse acquisibili in ambito regionale e i finanziamenti mirati a livello nazionale, previsti in bilancio.
CAMPUS: “le istituzioni scolastiche impegnate nel progetto innovativo, in particolare quelle con percorsi liceali articolati in indirizzi, gli istituti professionali e le strutture accreditate dalle Regioni, ove sono attivati i citati percorsi di istruzione e formazione professionale, possono raccordarsi tra loro sul piano logistico ed organizzativo, costituendo insieme un centro polivalente denominato ‘campus’ o ‘polo formativo’“. Come si vede, sono esclusi i licei generalisti (classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane e musicale-coreutico).
SUPPORTO: il progetto innovativo “è sostenuto e assistito da strutture di supporto, consulenza e monitoraggio di livello locale e nazionale“.