Spending review & Istruzione/3. Tuttoscuola ne parla

L’editoriale del numero di maggio del mensile Tuttoscuola affronta la questione dell’applicabilità della spending review al settore dell’istruzione, uno dei cinque comparti della pubblica amministrazione – insieme a sanità, difesa, giustizia e sicurezza – che il governo Monti ha deciso di sottoporre a ‘revisione della spesa’.

A giudizio della rivista l’operazione non può che riguardare marginalmente l’istruzione, e in particolare la scuola, che negli ultimi cinque anni, a partire dalla Finanziaria 2007 e dalla approfondita analisi della spesa contenuta nel Quaderno bianco sulla scuola del settembre 2007 – un autentico prototipo di spending review ante litteram – è già stata sottoposta ad una radicale cura dimagrante.

La stessa manovra economica targata Tremonti (legge 133/2008), per quanto ispirata al principio del taglio ‘orizzontale’ della spesa, è stata in realtà selettiva e mirata, come promette di essere l’attuale spending review, avendo colpito assai più gli organici della scuola che i costi di amministrazione della stessa: burocrazia, modelli organizzativi, dimensione delle scuole, altri sprechi e inefficienze come quelli fin da allora individuati nel dossier di Tuttoscuola Risparmi&Qualità (settembre 2008) al cui testo si può tuttora accedere tramite il nostro portale www.tuttoscuola.com.

La nostra opinione è che dal momento che molti dei sovracosti e delle inefficienze si devono alla mancata armonizzazione tra i diversi livelli istituzionali interessati alla gestione dei sistemi di istruzione e di formazione, la spending review potrebbe – anzi dovrebbe – essere l’occasione per mettere Governo, Regioni, autonomie locali ed istituzioni scolastiche nella condizione di condividere un razionale piano di sviluppo del sistema educativo basato sulla definizione congiunta del quadro complessivo della spesa relativa alle diverse funzioni esercitate a livello nazionale, regionale e locale.