Spending review: Amato e i finanziamenti a partiti e sindacati

Sono a rischio i distacchi sindacali nella PA?

Il Consiglio dei Ministri ha conferito a Giuliano Amato l’incarico di fornire analisi e orientamenti sulla disciplina dei partiti per l’attuazione dei principi di cui all’art.49 della Costituzione, sul loro finanziamento nonché sulle forme esistenti di finanziamento pubblico, in via diretta o indiretta, ai sindacati.

Sono, dunque, due gli obiettivi affidati ad Amato per la riduzione della spesa pubblica: rivedere i finanziamenti ai partiti nonché quelli, diretti e indiretti, ai sindacati.

Con riferimento ai partiti si parla di attuazione dei principi dell’art. 49 della Costituzione che, lo ricordiamo, afferma che “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

Mentre è abbastanza noto a tutti cosa sia il finanziamento ai partiti e, forse, come si possa ridurlo, non è ben chiaro, invece, il riferimento al finanziamento pubblico in via diretta o indiretta ai sindacati.

L’art. 39 della Costituzione si limita ad affermare che “L’organizzazione sindacale è libera.

Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.

Il finanziamento diretto ai sindacati, a quanto si sa, non esiste. Potrebbe, invece, essere considerato finanziamento indiretto il distacco di dirigenti sindacali, dipendenti pubblici, la cui retribuzione resta a carico dell’Amministrazione pubblica da cui dipendono.

Prima che un decreto legislativo targato Brunetta disponesse la riduzione triennale del 15% annuo dei distacchi, nel 2009 il Contratto collettivo Nazionale Quadro aveva quantificato in 3.079 i distacchi nelle Amministrazioni pubbliche, interamente a carico dello Stato, per un importo stimabile sui 120 milioni annui, di cui un terzo circa derivante dai distacchi sindacali nel comparto scuola e università.