Speciale iscrizioni 2005-2006

Speciale iscrizioni scolastiche 2005


Piccola guida per famiglie e scuole


Le scelte da compiere, le informazioni su come fare, i numeri per capire


ISCRIZIONI 2005-06 – GUIDA BREVE

La circolare n. 90 del 30 dicembre 2004

SCUOLA DELL’INFANZIA:
– chi si iscrive
– l’anticipo
– scelta dell’orario e dei servizi

SCUOLA PRIMARIA:
– chi si iscrive
– l’anticipo
– tempo lungo
– tempo normale

SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO:
– chi si iscrive
– tempo lungo
– tempo normale

SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE:
– chi si iscrive e dove
– L’insegnamento della religione cattolica
– Alunni portatori di handicap


MODULISTICA PER ISCRIZIONI

Modello tipo di domanda
Modulo di scelta delle opportunità formative nella scuola dell’infanzia (mod. A)
Modulo di scelta delle opportunità formative nella scuola primaria (mod. B1)
Modulo di scelta delle opportunità formative nella secondaria di I grado (mod. B2)
Modulo di scelta delle opportunità formative nella secondaria superiore (Mod. C)
Modulo per avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (mod. D)
Modulo integrativo per le scelte alternative all’insegnamento della religione (mod. E)


ISCRIZIONI – I NUMERI PER CAPIRE

– Due milioni e 300 mila famiglie alle prese con le iscrizioni scolastiche
– Quanti e dove si iscrivono?
– Gli alunni stranieri
– Gli anticipi di iscrizione
– Tempo lungo
– Orario obbligatorio e orario facoltativo
– Iscrizioni alla secondaria: una scelta importante
– Scelta delle superiori: attenti agli indirizzi fuori ordinamento
– L’ora di religione è richiesta più al sud che al nord
– La scelta della lingua straniera



ISCRIZIONI 2005-06 – GUIDA BREVE

Le iscrizioni all’anno scolastico 2004-2005 sono aperte. Quello che sembra un facile adempimento comporta comunque, pur nella semplificazione delle procedure, un certo numero di questioni sulle quali avere le idee chiare. Cerchiamo di chiarire qualche dubbio, dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori.

 

1. Scuola dell’infanzia: chi si iscrive
Hanno diritto di iscriversi alla scuola dell’infanzia i bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni, compiuti o da compiere nel corso del 2005.
Hanno diritto di iscriversi o di rimaner iscritti alla scuola dell’infanzia anche i bambini che compiono sei anni di età tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2005.
La legge 53/2003, di riforma del sistema scolastico, ha infatti modificato il limite di età per essere assoggettati all’obbligo scolastico, fissandolo al 31 agosto (sei anni compiuti).
Dopo il 31 agosto i bambini possono essere iscritti anticipatamente alla scuola primaria; nel caso in cui non si avvalgano dell’anticipo restano un altr’anno nella scuola dell’infanzia (se già vi sono iscritti).
Non debbono compiere alcuna operazione di iscrizione i bambini che quest’anno già frequentano la scuola, in quanto vengono iscritti d’ufficio.
In talune scuole dell’infanzia statali si verifica spesso la lista di attesa per eccesso di domande rispetto ai posti disponibili.
I criteri di precedenza nell’iscrizione vengono definiti dal consiglio di istituto.
I bambini che compiono tre anni entro il 31 dicembre 2005 hanno comunque la precedenza di iscrizione sui bambini per i quali i genitori chiedono l’ammissione anticipata, in quanto compiranno tre anni tra il 1° gennaio e il 28 febbraio 2006.

 

1.1 Scuola dell’infanzia: l’anticipo
La circolare prevede la possibilità di accogliere iscrizioni anche di bambini al di sotto dei tre anni (da compiere entro il 31 dicembre) e che li compiano tra il 1° gennaio e il 28 febbraio 2006.
L’accoglimento delle domande non è però automatico e può anche essere rifiutato.
L’anticipo infatti è possibile a condizione che:
– non vi siano bambini in età regolare in lista di attesa;
– vi sia disponibilità di posti nella scuola interessata;
– vi sia l’assenso del Comune nel quale è ubicata la scuola, nel caso in cui lo stesso sia tenuto a fornire nuovi e appositi servizi aggiuntivi: trasporti, mense, attrezzature, ecc.
Se le domande di anticipo sono comunque in numero superiore ai posti disponibili, viene predisposta un’apposita lista di attesa con criteri di precedenza per l’ammissione fissati dal Consiglio di istituto.


1.2 Scuola dell’infanzia: scelta dell’orario e dei servizi
Al momento dell’iscrizione le famiglie hanno diritto di indicare l’orario di servizio preferito che può andare dal solo turno antimeridiano (25 ore settimanali) fino a quasi 50 ore.
La maggior parte delle scuole dell’infanzia finora hanno funzionato per otto ore al giorno su cinque giorni alla settimana (40 ore complessive). Ora dovranno anche tener conto delle richieste delle famiglie.
Il tempo scuola è comprensivo della mensa.
Gli insegnanti – di norma due per sezione – assicurano l’assistenza dei bambini alla mensa della scuola.
Le famiglie pagano per la mensa un contributo mensile (impropriamente chiamato retta) che in molti casi viene differenziato in base al reddito familiare.
La mensa è normalmente gestita dai Comuni. Nelle grandi città i Comuni preferiscono assegnare uno specifico finanziamento alle scuole che procedono all’appalto del servizio di mensa.
In diverse località i Comuni mettono a disposizione delle famiglie, direttamente o mediante convenzioni con servizi privati, un servizio di trasporto dei bambini.
Anche per il trasporto, come per la mensa, a carico delle famiglie è dovuto un contributo la cui entità varia da luogo a luogo.

 

2. Scuola primaria: chi si iscrive
Hanno l’obbligo di iscriversi alla prima classe della scuola primaria i bambini che abbiano compiuto o compiano sei anni di età tra il 1° settembre 2004 e il 31 agosto 2005.
A dir la verità i bambini che hanno compiuto sei anni tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2004 sono normalmente già iscritti nella prima classe di quest’anno, in quanto l’anno scorso sono stati iscritti come obbligati secondo la precedente normativa.
I bambini che compiranno sei anni di età tra il 1° settembre 2005 e il 31 dicembre 2005 non sono obbligati ad iscriversi in prima, come invece succedeva negli anni scorsi.
Non debbono compiere alcuna operazione di iscrizione alle classi successive alla prima i bambini che quest’anno già frequentano la scuola, in quanto vengono iscritti d’ufficio.
La conferma d’ufficio vale ovviamente per tutti gli attuali frequentanti, compresi i bambini iscritti in anticipo nell’anno scolastico 2004-2005.
Le famiglie possono iscrivere i figli nella scuola di proprio gradimento, indipendentemente da vincoli territoriali.
Le domande possono però non essere accolte in caso di non disponibilità di posti. In tal caso la precedenza nell’accettazione delle domande viene definita in base a criteri definiti dai singoli consigli di istituto. A volte tra i criteri di precedenza vi può essere quello della territorialità.

 

2.1 Scuola primaria: l’anticipo
I bambini che compiono sei anni di età dopo il 31 agosto 2005 ed entro il 31 marzo 2006 possono chiedere l’iscrizione alla classe prima della scuola primaria.
La possibilità di iscrizione anticipata è facoltative per le famiglie. Le scuole hanno però l’obbligo di accoglierle senza condizione alcuna.
L’anticipo di iscrizione alla scuola primaria, a differenza di quanto previsto per la scuola dell’infanzia, costituisce un obbligo per le scuole che, pertanto, non possono esimersi dall’accettarlo.

 

2.2 Scuola primaria: tempo lungo e servizi
Al momento delle iscrizioni le famiglie possono chiedere un servizio complessivo della durata fino a 40 ore settimanali, mensa compresa.
Nella quantità il servizio equivale all’ex-tempo pieno, ma vi sono alcune differenze da considerare che potrebbero anche vanificare la richiesta.
L’ex-tempo pieno, infatti, per poter essere costituito, doveva disporre dei locali e dei servizi di mensa. Nel caso in cui la richiesta venga fatta quest’anno in una scuola già organizzata in precedenza a tempo pieno, non vi dovrebbero essere problemi (se non legati alla capienza dei posti nella scuola), mentre negli altri casi occorre verificare se la scuola dispone di servizio di mensa (normalmente a carico dei Comuni).
Nell’ex-tempo pieno erano previsti due insegnanti per classe (più gli eventuali specialisti esterni di inglese e di religione cattolica). Il decreto legislativo n. 59/2004 ha previsto la conferma di tale organico.
Anche in questi modelli di tempo lungo le famiglie sono chiamate, al momento dell’iscrizione, ad esprimere opzione sulle proposte di attività e di insegnamenti aggiuntivi a quelli ordinari che la scuola ha l’obbligo di offrire e organizzare.
La mensa è normalmente gestita dai Comuni. Nelle grandi città i Comuni preferiscono assegnare uno specifico finanziamento alle scuole che procedono all’appalto del servizio di mensa.
In diverse località i Comuni mettono a disposizione delle famiglie, direttamente o mediante convenzioni con servizi privati, un servizio di trasporto degli alunni.
Anche per il trasporto, come per la mensa, a carico delle famiglie è dovuto un contributo la cui entità varia da luogo a luogo.

 

2.3 Scuola primaria: tempo normale e servizi
Al momento dell’iscrizione le famiglie possono optare per un orario non lungo.
In base alle nuove disposizioni previste dalla riforma, infatti, l’orario obbligatorio per tutti gli alunni è pari a 27 ore settimanali a cui può essere aggiunto un ulteriore orario facoltativo pari mediamente ad altre tre settimanali.
La famiglia può anche chiedere che il figlio fruisca della mensa (se il servizio è in funzione nella scuola).
Nelle ore facoltative verranno svolti, da parte dei docenti della scuola, insegnamenti aggiuntivi ed altre attività didattiche che la scuola presenta già al momento dell’iscrizione come offerta formativa alle famiglie, le quali saranno chiamate ad esercitare eventualmente l’opzione.
Quella è anche la sede per effettuare l’eventuale scelta del servizio di mensa che, in caso di scelta delle attività opzionali, potrebbe comportare l’eventuale esigenza di rientri pomeridiani a scuola con conseguente attivazione del servizio di mensa.
La mensa è normalmente gestita dai Comuni. Nelle grandi città i Comuni preferiscono assegnare uno specifico finanziamento alle scuole che procedono all’appalto del servizio di mensa.
In diverse località i Comuni mettono a disposizione delle famiglie, direttamente o mediante convenzioni con servizi privati, un servizio di trasporto degli alunni.
Anche per il trasporto, come per la mensa, è dovuto un contributo la cui entità varia da luogo a luogo.


3. Scuola secondaria di I grado: chi si iscrive
Si iscrivono alla prima classe della scuola secondaria di I grado (ex-scuola media) gli alunni che attualmente frequentano l’ultimo anno della scuola primaria (ex-elementare).
Se la scuola primaria attualmente frequentata fa parte di un istituto comprensivo, non è dovuta l’iscrizione che avviene d’ufficio nella scuola secondaria di I grado facente parte dell’istituto medesimo, fatta salva la possibilità delle famiglie di scegliere altra scuola all’esterno dell’istituto comprensivo frequentato.
Le famiglie che iscrivono i propri figli ad una scuola secondaria di I grado devono presentare la domanda (indirizzata alla scuola prescelta) alla scuola attualmente frequentata che provvederà ad inoltrarla all’istituto scelto.

 

3.1 Scuola secondaria di I grado: tempo lungo
Al momento delle iscrizioni le famiglie possono chiedere un servizio complessivo della durata fino a 40 ore settimanali, mensa compresa.
Nella quantità il servizio equivale all’ex-tempo prolungato, ma il modello organizzativo e didattico può essere diverso.
A differenza dell’ex-tempo pieno della primaria dove il servizio di mensa costituiva un requisito indispensabile per poter attivare tale tipologia di tempo lungo, nell’ex-tempo prolungato il servizio di mensa non rappresentava una condizione necessaria per la costituzione di questo tipo di tempo lungo.
Può facilmente capitare che le famiglie non trovino nel nuovo tempo lungo il servizio di mensa.
Il modello di nuovo tempo lungo dipende dalle disposizioni normative contenute nel decreto legislativo di attuazione della riforma e dalle modalità organizzative e didattiche deliberate da ogni singola scuola.
Le famiglie sono chiamate, al momento dell’iscrizione, ad esprimere opzione sulle proposte di attività e di insegnamenti aggiuntivi a quelli ordinari che la scuola ha l’obbligo di offrire e organizzare.
La mensa è normalmente gestita dai Comuni. Nelle grandi città i Comuni preferiscono assegnare uno specifico finanziamento alle scuole che procedono all’appalto del servizio di mensa.
In diverse località i Comuni mettono a disposizione delle famiglie, direttamente o mediante convenzioni con servizi privati, un servizio di trasporto degli alunni.
Anche per il trasporto, come per la mensa, è dovuto un contributo la cui entità varia da luogo a luogo.

 

3.2 Scuola secondaria di I grado: tempo normale
Al momento dell’iscrizione le famiglie possono optare per un orario non lungo.
In base alle disposizioni di riforma, infatti, l’orario obbligatorio per tutti gli alunni è pari a 27 ore settimanali a cui può essere aggiunto un ulteriore orario facoltativo pari mediamente ad altre sei ore settimanali.
La famiglia può anche chiedere che il figlio fruisca della mensa (se il servizio è in funzione nella scuola).
Nelle ore facoltative verranno svolti, da parte dei docenti della scuola, insegnamenti aggiuntivi ed altre attività didattiche che la scuola presenta come offerta formativa alle famiglie al momento delle iscrizioni.
Quella è anche la sede per l’eventuale scelta del servizio di mensa che, in caso di scelta delle attività opzionali, potrebbe comportare l’eventuale esigenza di rientri pomeridiani a scuola con conseguente attivazione del servizio di mensa.
La mensa è normalmente gestita dai Comuni. Nelle grandi città i Comuni preferiscono assegnare uno specifico finanziamento alle scuole che procedono all’appalto del servizio di mensa.
In diverse località i Comuni mettono a disposizione delle famiglie, direttamente o mediante convenzioni con servizi privati, un servizio di trasporto degli alunni.
Anche per il trasporto, come per la mensa, è dovuto un contributo la cui entità varia da luogo a luogo.

 

4. Scuola secondaria superiore: chi si iscrive e dove
Vengono iscritti al primo anno di un istituto di istruzione secondaria superiore (licei nella nuova denominazione prevista dalla legge 53/2003) gli alunni che attualmente frequentano la classe terza di una scuola secondaria di I grado (ex-scuola media).
In occasione dell’iscrizione le famiglie possono richiedere l’iscrizione anche a corsi con eventuali indirizzi particolari o con sperimentazioni. Possono anche optare per l’insegnamento di lingua straniera aggiuntiva a quella obbligatoria.
Per tali opzioni esiste apposito modello di domanda (Mod. C).
I ragazzi possono eventualmente iscriversi a corsi di istruzione e formazione professionale che le Regioni, secondo un Accordo quadro nazionale con i ministeri del Lavoro e dell’Istruzione, organizzano sul territorio per coloro che non intendono proseguire gli studi all’interno di istituti scolastici.
I ragazzi che hanno già compiuto quindici anni di età possono iscriversi all’apprendistato.
Le domande di iscrizione ad un istituto di istruzione secondaria superiore (indirizzate alla scuola prescelta) devono essere presentate alla scuola attualmente frequentata che provvederà ad inoltrarla all’istituto scelto.
La legge ha disposto che l’iscrizione alla prima classe di un istituto d’istruzione secondaria superiore sia gratuita.

 

5. L’insegnamento della religione cattolica e le scelte alternative
La scuola pubblica ha l’obbligo di garantire, a chi lo richiede, l’insegnamento della religione cattolica che viene impartito durante l’orario delle lezioni da insegnante appositamente scelto.
Nella scuola secondaria di I grado e superiore tale insegnamento è di un’ora settimanale; nella scuola primaria e nella scuola dell’infanzia è di due ore settimanali.
Nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria tale insegnamento può essere impartito dai docenti della classe.
La richiesta di avvalersi o di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica si effettua tramite modulo di domanda appositamente predisposto (mod. D).
Nel caso in cui la famiglia intende non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica, la scuola consente di scegliere tra varie possibilità, compilando apposito modulo (mod. E):
– attività didattiche e formative (affidate ai docenti della scuola),
– attività di studio/ricerca individuale con assistenza di personale docente
– attività di studio/ricerca senza assistenza di personale docente
– uscita dalla scuola.

 

6. Alunni portatori di handicap
In sede di iscrizione le famiglie degli alunni disabili, qualora intendano fruire degli interventi di sostegno per l’integrazione scolastica, debbono produrre l’apposita certificazione rilasciata dall’Asl che attesta l’handicap.
In base alla diagnosi funzionale contenuta nella certificazione, dalla quale la scuola desume la gravità dell’handicap e raccoglie le indicazioni mediche per l’inserimento, la scuola provvede alla richiesta di autorizzazione agli organi superiori per potere disporre, nel caso ne sia privo, di personale di sostegno.
In base alla gravità dell’handicap di altri alunni iscritti si può determinare in talune scuole una situazione di non disponibilità di posti che opera normalmente nei confronti di alunni che vengono da territori esterni.
È consigliabile che le famiglie procedano a garantirsi per tempo l’accesso ai posti.




ISCRIZIONI – I NUMERI PER CAPIRE

 

Due milioni e 300 mila famiglie alle prese con le iscrizioni scolastiche
Sono poco più di due milioni e trecentomila le famiglie italiane che saranno impegnate nei prossimi giorni nell’iscrizione dei figli ad una scuola statale o paritaria.
Rispetto allo scorso anno vi è un lieve aumento di iscrizioni, grazie anche agli alunni stranieri. Beneficiano di questo aumento gli istituti superiori, l’infanzia e la primaria (quest’ultima aiutata anche dagli anticipi), mentre la scuola secondaria di I grado è l’unico settore scolastico che fa registrare un sensibile decremento.
Per le iscrizioni a scuole statali c’è tempo fino al 25 gennaio 2005 (lo dispone la circolare ministeriale n. 90 del 30/12/04), mentre per l’iscrizione alle paritarie il termine può variare da scuola a scuola, anche se c’è una tendenza a conformarsi alla scadenza generale.
L’iscrizione viene fatta solamente per le prime classi di ogni ordine di scuola, mentre gli alunni delle classi intermedie sono confermati d’ufficio, con l’eccezione di quelli che intendono cambiare sede rispetto a quella attualmente frequentata.
Negli istituti comprensivi gli alunni dell’ultimo anno della scuola primaria sono iscritti d’ufficio alla prima classe della secondaria di I grado, con l’eccezione di quelli che intendono cambiare sede rispetto a quella attualmente frequentata.
Presso le segreterie delle scuole vi sono appositi moduli per l’iscrizione che viene normalmente fatta da uno dei genitori del ragazzo oppure dal suo tutore.

 

Quanti e dove si iscrivono?
Dei 2,3 milioni di alunni che si iscriveranno per il prossimo anno scolastico, due milioni di alunni andranno in scuole statali. Alle scuole dell’infanzia sono attesi circa 520 mila bambini di cui più del 60% (cioè 310 mila) per scuole statali. A questi potrebbero aggiungersi circa altri 15-20 mila bambini anticipatari.
Alle prime classi di scuole primarie, statali e paritarie, dovrebbero iscriversi circa 530 mila alunni (490 mila nelle statali). A questi potrebbero aggiungersi altri 40 mila alunni anticipatari.
Alle prime classi di scuola secondaria di I grado (le ex-scuole medie) sono attesi poco meno di 600 mila alunni di cui 570 mila per scuole statali.
Alle prime classi di istituti di istruzione secondaria superiore potrebbero iscriversi circa 670 mila alunni (compresi i ripetenti), di cui 620 mila per istituti statali.
Per gli istituti superiori c’è anche quest’anno l’incognita dell’effetto di abrogazione temporanea dell’obbligo scolastico in prima superiore che potrebbe allontanare 20-30 mila ragazzini prossimi alla licenza media. Le Regioni, d’intesa con i ministeri del Lavoro e dell’Istruzione, propongono corsi triennali di formazione professionale con qualifica finale per convincere quei ragazzi a non lasciare il percorso formativo.
Prima del prossimo anno scolastico dovrebbe essere approvato in via definitiva il decreto legislativo relativo al diritto-dovere che andrebbe a colmare il vuoto normativo lasciato dall’abrogazione della legge n. 9/1999 che a suo tempo aveva innalzato la durata dell’obbligo scolastico di un anno.

Gli alunni stranieri
Tra i ragazzi che si iscriveranno nelle prime classi dei diversi cicli, circa 80 mila sono di nazionalità straniera a cui se ne aggiungeranno nel corso del 2005 altri 50 mila circa previsti in arrivo in Italia che si inseriranno nelle diverse classi.
Su mille bambini che si iscrivono per la prima volta ad una scuola dell’infanzia 40 sono stranieri.
Nella prima classe della scuola primaria sono mediamente circa 55 gli scolari stranieri ogni mille nuovi iscritti; nelle prime classi del Nord Ovest ve ne sono circa 80 ogni mille iscritti, e nel Nord Est circa 90.
Nella prima classe della secondaria di I grado è prevista l’iscrizione di 45 alunni stranieri su mille nuovi iscritti; al Nord ne sono previsti 70-75 ogni mille.
Ogni mille nuovi studenti che si iscrivono agli istituti superiori 35 sono stranieri; al nord sono 55-60. Se si pone attenzione al tipo di istituto, nei professionali sono circa 65 gli stranieri che si iscrivono in prima, ogni mille studenti, con punte di 110 nei professionali del Nord ovest e di 120 ogni mille nuovi iscritti nei professionali del Nord Est.
In molti grossi centri di provincia della pianura Padana così come in grandi borgate della periferia delle metropoli vi sono prime classi con il 40 o il 50% di alunni stranieri.

 

Nonostante gli stranieri, calano gli iscritti nelle prime
L’arrivo degli alunni stranieri compensa la graduale diminuzione di iscritti alle prime classi, già in atto da diversi anni a questa parte.
Nelle province in cui gli stranieri sono rari, come, ad esempio, al sud, il decremento di iscritti è più evidente.
Se si confronta il numero degli iscritti alle prime classi di scuola statale dei diversi ordini di scuola nel sessennio 1997/98 – 2003/04 si ha meglio la percezione della variazione.
Fanno eccezione le prime classi degli istituti superiori che, anche per effetto dell’innalzamento dell’obbligo scolastico, hanno fatto registrare un aumento complessivo sensibile (30 mila in aumento).
Nelle prime classi di scuola primaria, grazie agli anticipi, il calo è stato contenuto in due mila unità, mentre nelle prime classi di scuola secondaria di I grado la diminuzione è stata di 7.500 iscritti.

 

Gli anticipi di iscrizione
Per la terza volta viene applicata la norma dell’anticipo prevista dalla legge di riforma che offre la possibilità di richiedere l’ammissione anticipata alla classe prima della scuola primaria e (a certe condizioni) anche alla scuola dell’infanzia.
Si sono avvalsi dell’anticipo nelle classi prime della scuola primaria circa 26 mila alunni nel 2003-2004 e circa 35 mila nel 2004-2005 su circa 81 mila potenziali aventi diritto in ciascun anno.
Nei primi due anni di applicazione il limite di ammissione era fissato ai nati entro il 28 febbraio; per il 2005-2006 il limite è stato portato al 31 marzo.
Per la scuola dell’infanzia la possibilità di ammissione anticipata è stata riconfermata nei confronti dei bambini che compiranno tre anni di età entro il 28 febbraio del prossimo anno scolastico.
L’anticipo di iscrizione alla primaria costituisce un diritto delle famiglie a cui corrisponde per la scuola l’obbligo di accogliere, mentre l’anticipo per la scuola dell’infanzia è possibile a patto che sussistano le condizioni idonee (posti disponibili, servizi, locali, ecc.) e che vi sia il benestare dei Comuni interessati, qualora gli anticipi determinino oneri finanziari per servizi aggiuntivi.

 

Tempo lungo
Scomparso come denominazione il tempo pieno della scuola primaria e il tempo prolungato della secondaria di I grado, la riforma scolastica prevede la modifica di questi modelli di tempo scuola non per la loro durata oraria ma per la loro strutturazione.
Le famiglie possono richiedere al momento dell’iscrizione alla prima primaria (ex- elementare) un tempo scuola settimanale di 40 ore (mensa compresa) equivalente alla durata del tempo pieno precedente.
Se la tendenza fin qui registrata verrà confermata anche quest’anno, potrebbero essere circa 130 mila i nuovi iscritti nelle prime classi di scuola statale a tempo lungo su un totale di 530 mila (anticipi compresi).
La stessa possibilità relativa all’opzione del tempo scuola riguarda anche i ragazzi che si iscrivono alla prima classe della secondaria di I grado (ex-scuola media). Le famiglie potranno richiedere un tempo scuola fino a 40 ore settimanali (con eventuale opzione per la mensa) equivalente complessivamente alla durata del precedente modello di tempo prolungato.
Se la tendenza fin qui registrata verrà confermata anche quest’anno, potrebbero essere circa 150 mila i nuovi iscritti nelle prime classi di scuola statale a tempo prolungato su un totale di 570 mila.
In alternativa alla richiesta di tempo settimanale di 40 ore le famiglie che iscrivono i figli alla scuola primaria o alla scuola secondaria di I grado avranno a disposizione un tempo scuola, comprensivo dell’orario opzionale, di 30 ore settimanali per la primaria e fino a 33 ore per la secondaria di I grado. A tale orario va aggiunto anche l’eventuale tempo mensa e dopo mensa, quantificato in un massimo di due ore per ciascun giorno.

 

Orario obbligatorio e orario facoltativo
La riforma scolastica prevede un orario di lezione settimanale obbligatorio (27 ore settimanali sia nella scuola primaria sia nella scuola secondaria di I grado) e un orario facoltativo (mediamente tre ore settimanali nella primaria e sei nella secondaria di I grado).
L’orario facoltativo prevede insegnamenti e attività che la scuola obbligatoriamente deve organizzare, ma che le famiglie possono liberamente scegliere senza obbligo alcuno (salvo la frequenza in caso di scelta).
Al momento delle iscrizioni le famiglie decideranno, dunque, se avvalersi dell’offerta aggiuntiva della scuola, scegliendo eventualmente gli insegnamenti di maggior gradimento.
Nel caso in cui la famiglia effettui l’opzione zero (cioè nessuna attività/insegnamento in orario facoltativo), l’alunno avrebbe l’obbligo di frequenza settimanale solamente di 27 ore.
Orario obbligatorio e orario facoltativo rappresentano una questione che non riguarda tuttavia la scuola dell’infanzia dove le famiglie scelgono all’interno di un arco orario di attività didattiche che corrisponde, grosso modo, alla precedente organizzazione con l’orario normale (otto ore al giorno pari a 40 settimanali) oppure con orario ridotto al solo turno del mattino.
Per gli istituti superiori non vi sono ancora previsioni di orari di lezione e tutto resta confermato come prima, in attesa dell’emanazione dei relativi decreti legislativi.

 

Iscrizioni alla secondaria: una scelta importante
La decisione più impegnativa spetta ai 670 mila studenti che escono dalla terza media: che fare alle superiori?
La scelta è molto ampia e, come si sa, non vincolata dalle indicazioni di orientamento della scuola media di provenienza.
L’iscrizione alla prima superiore era obbligatoria per effetto della legge n. 9/1999, ma, in attesa dell’emanazione del decreto legislativo sul diritto-dovere (attesa per i primi mesi del 2005), continua ad essere sostenuta anche mediante frequenza di corsi di formazione professionale per il conseguimento della qualifica triennale, a seguito di accordi intervenuti nel 2003 tra i ministeri dell’Istruzione e del Lavoro e le Regioni.
La gratuità di iscrizione prevista da norme della Finanziaria dovrebbe favorire l’iscrizione.
La maggior parte delle nuove iscrizioni normalmente si orienta verso gli istituti tecnici (ce n’è un’ampia gamma: tecnico commerciale, agrario, aeronautico, nautico, industriale, per geometri, per il turismo); le opzioni per gli istituti professionali, dopo il boom dei primi anni del nuovo obbligo, hanno avuto una flessione, ma restano di alto interesse (la scelta è qui ancora più ampia: professionale per i servizi commerciali, per i servizi pubblicitari, per l’agricoltura e l’ambiente, cinematografia e televisione, industria e artigianato, industria e attività marinare, per i servizi alberghieri e ristorazione, per i servizi commerciali e turistici, per i servizi sociali).
Sulle iscrizioni agli istituti professionali pende il timore di un loro passaggio – dato per probabile – al sistema regionale.
Negli ultimi due anni la sorpresa è venuta dalle nuove iscrizioni al liceo classico che hanno fatto registrare un incremento intorno al 10%.
Ma analizziamo come si sono ripartite le scelte l’anno scorso.

 

Scelta delle superiori: attenti agli indirizzi fuori ordinamento
I nuovi iscritti saranno circa 670 mila, distribuiti al 92,5% (620 mila) negli istituti statali e il restante 7,5% (50 mila) in quelli paritari o privati.
Gli istituti tecnici e gli istituti professionali rappresentano ancor oggi la scelta preferita dai ragazzi licenziati dalla scuola media, ma da un paio d’anni a questa parte le ipotesi di regionalizzazione dell’istruzione professionale e degli istituti tecnici, in attuazione della legge costituzionale n. 3/2001 recepita necessariamente dalla legge di riforma, hanno frenato le iscrizioni a questi istituti.
Se verranno confermate le scelte dello scorso anno, su 100 ragazzi di terza media, 10 sceglieranno quest’anno il liceo classico, 20 lo scientifico, 7 gli istituti o le scuole magistrali, 35 gli istituti tecnici, 24 quelli professionali e 4 gli istituti d’arte o i licei artistici.

 

L’ora di religione è più richiesta al sud che al nord
Al momento dell’iscrizione alla prima classe gli alunni scelgono se avvalersi o meno dell’insegnamento della religione cattolica.
La scelta ha valore annuale e, in assenza di variazioni, viene confermata anche nelle classi successive.
I genitori, al momento dell’iscrizione alla prima classe, hanno facoltà di dichiarare se intendono avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Il sì complessivamente viene sottoscritto dal 93,4% delle famiglie, in quantità decrescenti dalla materna alla secondaria.
Nelle scuole dell’infanzia, statali e paritarie, il sì all’insegnamento della religione cattolica è del 97%; nella primaria del 96,7%, nella secondaria di I grado del 95,3% e nelle superiori dell’86,1%.
Optano per attività alternative all’insegnamento della religione cattolica più al centro-nord che al sud dell’Italia: il 16% degli studenti toscani dice no all’insegnamento della religione, seguiti dai piemontesi, liguri ed emiliano-romagnoli con il 12%. Gli studenti calabresi, lucani, pugliesi e molisani optano invece in massa per le lezioni di religione: meno del 2% vi rinuncia.
Chi insegna questa disciplina? Nella scuola dell’infanzia e nella scuola elementare l’insegnamento della religione è affidato agli insegnanti di classe, i quali possono chiedere di esserne esentati; in tal caso viene chiamato un insegnante specialista di religione esterno.
Nella scuola media e negli istituti superiori l’insegnamento della religione cattolica è affidato invece direttamente ad insegnanti di religione. Dal prossimo anno scolastico la maggior parte dei docenti di RC saranno di ruolo, a seguito della vincita del concorso riservato che ha immesso in ruolo circa 9.200 persone, già incaricate di tale insegnamento.

 

La scelta della lingua straniera
Per la scuola primaria, dopo che a decorrere dal 2003-04 è stato generalizzato anche in prima e seconda classe l’insegnamento di una lingua comunitaria (preferibilmente l’inglese), non dovrebbero esserci sorprese: tutti gli alunni che si iscriveranno in prima avranno l’inglese.
Per la scuola secondaria di I grado, dove fino ad oggi era consentita la richiesta dell’insegnamento di una seconda lingua straniera, nel 2005-06, come già avvenuto per l’anno scolastico in corso tutti gli alunni iscritti alla prima classe avranno l’insegnamento obbligatorio di un’altra lingua comunitaria, oltre all’inglese.
Negli istituti superiori, dove quasi l’89% degli studenti si avvale dell’insegnamento di una lingua straniera, in molti istituti potrà essere previsto l’ulteriore insegnamento di una seconda lingua straniera (attualmente il 90% dei ragazzi iscritti al primo anno di corso segue obbligatoriamente l’insegnamento di una lingua straniera e un altro 34% vi aggiunge facoltativamente quello di una seconda lingua).