Rinnovo contratto PA – Dalle relazioni sindacali alla valutazione del personale: cosa cambia

Intesa rinnovo contratto dipendenti pubblici: finalmente Governo e sindacati sono giunti a un accordo, ma cosa cambia?Questa è la domanda centrale che i diretti interessanti – dirigenti scolastici, docenti e personale Ata – ora si pongono. Quanto valgono quegli 85 euro medi al mese? Quando saranno assegnati?

Leggi il testo dell’intesa rinnovo contratto dipendenti pubblici

 
1. Le relazioni sindacali
Siamo di fronte ad un accordo quadro per tutto il pubblico impiego che fissa alcuni principi ‘politici’ che saranno il punto di riferimento obbligato per Governo e sindacati per la successiva definizione dei contratti di comparto e di settore. Nel paragrafo dell’intesa  ‘1. Relazioni sindacali’ leggiamo  una parola chiave che lascia ben capire in quale direzione la nuova contrattazione sta andando. Si dice “Il Governo si impegna alla definizione di un intervento legislativo volto a promuovere il riequilibrio, a favore della contrattazione, del rapporto tra le fonti che disciplinano il rapporto di lavoro per i dipendenti di tutti i settori, aree e comparti di contrattazione, per una ripartizione efficace ed equa delle materie di competenza e degli ambiti di azione della legge e del contratto”. Riequilibrio significa che nel rapporto di lavoro talune norme legislative, definite a suo tempo dal Parlamento, dovranno essere restituite al potere di contrattazione.

Impegno al riequilibrio – Sotto il Governo Berlusconi l’on. Brunetta aveva spostato norme del contratto di lavoro nello stato giuridico, sottraendolo alla contrattazione. Di fronte a questo accordo quadro proprio Brunetta ha espresso immediatamente valutazioni pesantemente negative per questo impegno al riequilibrio che si sposta a favore della contrattazione. 

2. Parte normativa – La valutazione del personale
La parola “valutazione” segna invece un punto a favore del Governo e dei cittadini. “Le parti si impegnano ad individuare nuovi sistemi di valutazione che garantiscano una adeguata valorizzazione della professionalità e delle competenze e che misurino e valorizzino i differenti apporti individuali all’organizzazione”. Quel nessuno mi può giudicare che nelle Amministrazioni pubbliche ha caratterizzato la stagione dell’egualitarismo e della insindacabilità sembra, dunque, andare in soffitta, lasciando più spazio alla trasparenza e ai diritti dell’utenza.

Tempi brutti per i furbetti del cartellino – Si parla anche di “obiettivi di produttività per il soddisfacimento delle esigenze dei cittadini in termini di qualità e tempi certi nell’erogazione dei servizi”. I furbetti del cartellino – forse salvati momentaneamente dalla recente sentenza della Consulta – oltre a non avere padrini e ad avere contro un’utenza indignata, avranno (speriamo) un muro di norme legislative e contrattuali che faranno terra bruciata intorno  loro e ai loro conniventi.

Per la scuola, investita polemicamente dalla questione del bonus per la premialità dei docenti con ricorsi sostenuti anche da taluni sindacati, l’accordo mette un punto fermo, vincolando anche il mondo sindacale sul piano politico e culturale a sostenere attivamente la valutazione del personale.  Il merito, fino a poco tempo fa, tenuto ideologicamente fuori dalla porta, entra di diritto anche per misurare e premiare la professionalità degli insegnanti.