Sostegno. Se la deroga da eccezione diventa regola

Tra le considerazioni del prof. Sabino Cassese nel suo La scuola che non funziona. Dati e idee, ve ne è una, in particolare, meritevole di attenzione: il rapporto insegnanti di sostegno/alunni con disabilità.

Sulla questione il prof. Cassese mette in evidenza che nell’anno scolastico 2022-23 Il rapporto insegnanti di sostegno-alunni con disabilità è di circa lo 0,70 per cento, cioè vi è più di un’insegnante di sostegno per ogni due studenti, un rapporto superiore a quello stabilito dalla legge del 2011 che è dello 0,50 per cento (un insegnante di sostegno ogni due studenti con disabilità).

La norma del 2011 stabilisce che l’organico degli insegnanti di sostegno è di un docente ogni due studenti con disabilità, ma con la possibilità di istituire posti in deroga. Essa prevede la possibilità di “istituire posti in deroga, allorché si renda necessario per assicurare la piena tutela dell’integrazione scolastica”. È possibile che la deroga diventi, di fatto, la regola? 

Tuttoscuola ha ripercorso la modalità di calcolo non utilizzando i dati dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani, ma quelli ufficiali del Miur secondo questi tre parametri riferiti al 2022-23: numero alunni con disabilità, organico di diritto dei posti di sostegno e numero posti di sostegno in deroga.

I parametri ministeriali si discostano poco da quelli dell’Osservatorio, ma, comunque, acuiscono la criticità del rapporto dello 0,70 evidenziata da Cassese.

Alunni con disabilità: 290.089; organico di diritto sostegno: 126.170; posti di sostegno in deroga: 103.034: nel 2022-23, quindi, i posti di sostegno erano in tutto 229.204.

Conseguentemente, il rapporto insegnanti di sostegno/alunni con disabilità è 0,79 (229.204/290.089), peggiore dello 0,70 ricavato dai dati dell’Osservatorio.

All’interrogativo del prof. Cassese che si chiedeva se fosse possibile che la deroga diventi, di fatto, la regola, la risposta, purtroppo affermativa, viene proprio da quel rapporto medio nazionale dello 0,79 che sui territori regionali registra, altresì, notevoli differenze, con situazioni sopra la media nazionale (evidenziate in rosso), riguardanti tutte le regioni meridionali e centrali e anche il Piemonte, come unica eccezione del Nord.  

Ma c’è di più. Già in quest’anno scolastico il numero dei posti in deroga sarà di poco inferiore ai posti in organico di diritto. Nel 2026-27, quando i posti in organico di diritto saranno incrementati di 2mila unità per effetto dell’ultima legge finanziaria per un totale di 128.170 posti, i posti in deroga potrebbero avere superato nettamente le 130mila unità.

Sarà compiuto l’assurdo: l’eccezione (la deroga) sarà maggiore della normalità. 

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