Sostegno, FISH: ‘Bene le 13.860 assunzioni, ma non bastano. Serve una strategia strutturale per l’inclusione’

L’annuncio del Ministero dell’Istruzione e del Merito sulle 13.860 nuove assunzioni sul sostegno per l’anno scolastico 2025/2026 è stato accolto positivamente dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Ma se da un lato si applaude al passo avanti, dall’altro si rilancia con forza la necessità di una visione più ampia e sistemica per garantire davvero il diritto all’inclusione scolastica.

«Garantire un’istruzione inclusiva e accessibile è fondamentale non solo per il pieno riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità, ma anche per la costruzione di una società più equa e consapevole», sottolinea la FISH in una nota diffusa oggi.

Il commento arriva in un momento chiave per il dibattito sull’inclusione: la scuola, ricordano dalla Federazione, è il primo luogo in cui si formano i cittadini di domani, e assicurare pari opportunità educative significa investire concretamente nel futuro del Paese.

Il problema strutturale

Le assunzioni previste dal decreto firmato dal ministro Giuseppe Valditara rappresentano un segnale di attenzione, ma non sono ancora una soluzione definitiva a un problema che, dati alla mano, appare strutturale e cronico.

Secondo l’ultima rilevazione Istat, infatti, oltre 66mila cattedre di sostegno sono affidate a insegnanti curricolari privi di specializzazione, con una presenza più marcata nelle scuole dell’infanzia e primarie (31%) e nel Nord Italia, dove si toccano picchi del 38%. A questo si aggiunge la mobilità interna al sistema: ogni anno circa 10mila docenti di sostegno passano su cattedre curricolari, rendendo estremamente fragile la continuità educativa.

Non è tutto. Anche le tempistiche delle nomine restano un nodo irrisolto: all’inizio dell’anno scolastico 2023/2024, l’11% dei posti sul sostegno risultava scoperto, con evidenti ricadute sulla qualità dell’inclusione e sulla serenità delle famiglie.

“Numeri che raccontano un problema sistemico”

«Le assunzioni sono sempre una buona notizia, ma non possono essere considerate risolutive», avverte il presidente della FISH, Vincenzo Falabella. «Parliamo di un sistema che impiega ogni anno circa 246mila insegnanti di sostegno, ma dove circa un terzo non è di ruolo e un altro terzo non ha alcuna specializzazione. Sono numeri che raccontano un problema strutturale, non contingente».

Da tempo, la Federazione chiede una classe di concorso specifica per il sostegno, insieme a un investimento concreto sulla formazione iniziale e in servizio. Anche gli insegnanti curricolari, evidenzia Falabella, devono essere formati obbligatoriamente su metodologie didattiche inclusive, per contribuire attivamente a costruire ambienti realmente accoglienti.

L’urgenza di pianificare

L’appello finale della FISH è chiaro: servono pianificazione, investimenti e una strategia coerente con i diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Non basta “mettere una toppa” ogni anno: è tempo di ripensare radicalmente il sistema, nella direzione di una scuola che sia davvero di tutti e per tutti.

«È questo il senso dell’inclusione scolastica: non un atto emergenziale, ma una scelta strutturale e lungimirante», conclude la Federazione.

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