Shorts e canottiere a scuola, più di 1 studente su 2 soggetto a divieti ‘estivi’ sull’abbigliamento

I casi di cronaca degli ultimi giorni, con al centro il conflitto tra studenti e dirigenti scolastici sull’abbigliamento più adeguato da indossare a scuola, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno molto frequente nei nostri istituti: l’emanazione di circolari che impongono un dress code “consono” all’ambiente scolastico, nonostante la calura tipica delle ultime settimane di lezione. Lo dimostra un’indagine di Skuola.net su 1.500 alunni di scuole medie e superiori. Complessivamente, infatti, almeno più della metà delle ragazze e dei ragazzi devono sottostare a qualche forma di “divieto”, da parte della scuola, sul vestiario estivo.

Per quanto riguarda shorts, minigonne, bermuda e calzoncini, lo “stop” alle gambe in bella vista investe addirittura il 60%. Gli istituti sono, invece, leggermente più clementi per quanto riguarda top, canottiere e tutti quegli indumenti che lasciano scoperta la parte superiore del corpo, sebbene anche questa categoria sia “vietata” per 1 su 2. Neanche i piedi troppo esposti sono però tollerati tra i banchi: quasi il 70% degli studenti non potrebbe assolutamente indossare calzature da tempo libero.

Il condizionale è d’obbligo. Perché, poi, qualcuno che infrange deliberatamente le regole c’è. Per quanto riguarda spalle, pancia e schiena, circa 1 su 5 le scopre senza curarsi di circolari e prescrizioni. Più di 1 su 10 infrange le regole su pantaloni corti e gonne, presentandosi in classe come meglio crede. Molti meno (6%) azzardano sandali, infradito o ciabatte da mare. A questi, inoltre, vanno aggiunti quelli che per loro fortuna  sono liberi da regole: il 15% mostra tranquillamente le gambe in classe proprio perché niente glielo impedisce; il 29% per lo stesso motivo mette serenamente top e canottiere, il 4% tiene spesso e volentieri le estremità inferiori in tenuta da spiaggia.

Un’eterna lotta, quella che riguarda l’abbigliamento più o meno adeguato da tenere dentro scuola (ma anche fuori), che da generazioni vede contrapposti giovani e adulti. Ma che spesso vede in questi ultimi dei cattivi esempi. Se, infatti, si chiede agli studenti se i professori, complici le alte temperature, vanno a scuola vestiti eccessivamente “succinti”, quasi la metà (47%) risponde affermativamente: il 28% dice che sono solo pochi docenti a presentarsi con vestiti che mostrano un po’ troppo, il 19% punta il dito contro la maggioranza degli insegnanti.

Resta il fatto che l’imposizione di un dress code adeguato alla scuola è qualcosa di indigesto agli studenti. Ma non in modo così netto: solamente il 13% è assolutamente contrario. Molti di più (35%), pur schierandosi contro i divieti, chiedono ai compagni di “collaborare” per evitare sanzioni e interventi dall’alto. Mentre il 40% si dice d’accordo con un minimo di regolamentazione ma, al tempo stesso, gradirebbe che ci sia un po’ di flessibilità da parte di docenti e dirigenti scolastici, specie quando fa molto caldo. E c’è anche chi, in controtendenza, ritiene sacrosanto che la scuola metta delle restrizioni: a pensarla così è il 12% degli studenti intervistati.

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