Sfiora le 200 mila unità il personale scolastico con contratto a tempo determinato

Sono quasi 200 mila, tra docenti e personale Ata di scuole statali, i virtuali destinatari della grande abbuffata di immissioni in ruolo che già a partire dal prossimo settembre l’Unione, secondo il programma elettorale, dovrebbe mettere in esecuzione.
Un numero che potrebbe aumentare di circa altre 10 mila unità (sempre virtualmente, si intende) per effetto dell’aumento di posti vacanti previsto dal prossimo anno scolastico.
La maggior parte di docenti e Ata che risultano attualmente in servizio con contratto a tempo determinato (annuale o fino al termine delle attività didattiche) non occupa un posto di organico vacante, cioè privo di titolare, perché è nominato su posti provvisori annuali già occupati da altro titolare di ruolo oppure non compresi nell’organico vero e proprio delle scuole (è clamoroso il caso dei 36 mila posti di sostegno in deroga che per legge vengono assegnati precariamente, di anno in anno, a docenti non di ruolo).
Va anche precisato che le 198.500 persone con contratto a tempo determinato non occupano altrettanti posti, perché vi sono anche nomine su spezzoni di cattedra, su part time, ecc. (nel sostegno, ad esempio, i posti sono poco più di 79 mila ma i docenti sono più di 84 mila).
Dell’oltre milione di addetti (1.093.000) in servizio quest’anno nelle scuole statali italiane, il personale con contratto a tempo determinato rappresenta il 18%.
All’interno di queste quasi 200 mila persone in attesa, senza troppe illusioni, che le promesse elettorali diventino realtà, due su cinque sono Ata.
A beneficiare più di altri dell’eventuale immissione in ruolo sarebbe la secondaria superiore che attualmente si avvale di circa 47 mila dei 124.200 docenti con contratto a tempo determinato.