
Serena Rossi: ‘Sogno una scuola che formi menti libere e cuori aperti’

Di Sara Morandi
Serena Rossi, celebre artista napoletana, ci invita ad un viaggio emozionante con il suo spettacolo “Serenata a Napoli“, un’opera che è molto più di un semplice concerto. È un tributo sentito alla sua amata città, Napoli, un luogo che le ha donato una ricca eredità di musica, emozioni e storie. Con questo spettacolo, l’artista desidera condividere con il pubblico la passione e l’amore che prova per la sua terra, attraverso la magia della musica e dei racconti.
Il tour di “Serenata a Napoli” sta attraversando l’Italia, portando l’incanto della musica napoletana in diverse città:
- Roma (RM): Auditorium Parco della Musica – CAVEA il 24 giugno 2025
- San Tammaro (CE): Real Sito di Carditello il 17 luglio 2025
- L’Aquila (AQ): Scalinata San Bernardino il 19 luglio 2025
- Termoli (CB): Verde il 21 luglio 2025
- Pompei (NA): Anfiteatro degli Scavi il 29 luglio 2025
- Palermo (PA): Di Verdura il 1agosto 2025
- Spoleto (PG): Teatro Romano l’8 agosto 2025
- Pietrasanta (LU): La Versiliana il 10 agosto 2025
- Gaeta (LT): Arena Virgilio il 23 agosto 2025
- Macerata (MC): Arena Sferisterio il 27 agosto 2025
- Taranto (TA): Oasi dei Battendieri il 5 settembre 2025
- Verona (VR): Romano il 13 settembre 2025
- Bologna (BO): Duse il 27 settembre 2025
In questa intervista esclusiva per noi di “Tuttoscuola”, Serena immagina una scuola che sia allo stesso tempo inclusiva e moderna, pur rimanendo profondamente connessa ai valori umani fondamentali. Secondo l’attrice e cantante, l’istituzione scolastica dovrebbe essere in grado di formare menti libere e cuori aperti, capace di stare al passo con i tempi senza mai perdere di vista l’importanza dell’empatia, del rispetto reciproco e della collaborazione.
Serena, qual è stata l’ispirazione principale dietro la creazione dello spettacolo “Serenata a Napoli”?
“‘Serenata a Napoli’ nasce da un desiderio profondo di rendere omaggio alla mia città, Napoli, e a tutto ciò che mi ha regalato: la musica, le emozioni, la lingua, i racconti di una cultura ricchissima. Volevo portare sul palco non solo canzoni, ma vere e proprie storie d’amore, di passione e di appartenenza. È una dichiarazione d’amore alla mia terra, e un modo per condividerla con il pubblico attraverso la mia voce e il mio cuore”.
In che modo hai scelto le canzoni e le storie da includere nello spettacolo?
“Ogni brano racconta qualcosa che sento vicino. Ho voluto creare un percorso emotivo che attraversasse epoche diverse, senza mai perdere l’anima napoletana. E poi ci sono le storie… alcune ispirate a persone vere, altre nate dai racconti ascoltati da bambina, seduta accanto a mia nonna. È stato un lavoro d’amore, fatto di memoria, ricerca e tanta emozione”.
Se potessi fondare una scuola dedicata all’arte e alla musica, come la immagineresti?
“La immagino come un luogo aperto, libero, dove ogni ragazzo possa sentirsi accolto e valorizzato. Una scuola dove si studia, certo, ma dove si sogna anche. Ci sarebbe musica in ogni aula, danza nei corridoi, teatro ovunque. Ma soprattutto ci sarebbe ascolto: dei talenti, delle emozioni, dei sogni di ognuno. L’arte non è solo tecnica, è espressione dell’anima, e una scuola dell’arte deve saperla coltivare con cura e passione”.
Da mamma ma anche da cittadina, come sogni la scuola del futuro?
“La sogno inclusiva, moderna, ma radicata nei valori umani. Una scuola che formi menti libere e cuori aperti, che sappia stare al passo con i tempi, ma senza dimenticare l’importanza dell’empatia, del rispetto e della collaborazione. E da mamma, sogno una scuola che sappia accogliere i nostri figli per quello che sono, senza etichette, aiutandoli a scoprire chi vogliono diventare. La scuola del futuro, per me, è quella che sa far fiorire ogni bambino”.
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