Sentenze pro-precari bloccate dal Miur e dalla Cassazione

Nuova sentenza del giudice del lavoro che a Biella accoglie il ricorso di un gruppo di docenti precari, condannando l’Amministrazione scolastica a compensare la mancata attribuzione di scatti di anzianità per una somma complessiva di circa 250 mila euro.

Quasi ogni giorno le agenzie riportano comunicati di sentenze favorevoli al personale precario della scuola a cui i tribunali di varie parti d’Italia riconoscono il diritto alla stabilizzazione in ruolo, oppure la maturazione degli scatti di anzianità o la retribuzione dei mesi estivi.

A fornire notizia alle agenzie sono, ovviamente, le associazioni e i sindacati (Codacons, Anief, ecc.) che hanno patrocinato i ricorsi vincenti. Nel caso di Biella è stata l’Anief a rendere nota la decisione del giudice del lavoro. Ma…

In tutta questa serie di comunicati stampa, comprensibilmente euforica, sui ricorsi accolti, non si è mai sentita, però, la voce dell’Amministrazione che, in conseguenza di quelle pronunce, dovrebbe essere considerata soccombente.

Il silenzio del Miur non deve essere considerato come acquiescenza con conseguente possibilità immediata da parte dei ricorrenti di passare subito all’incasso. Tutte le sentenze dei giudici del lavoro a favore dei precari ricorrenti vengono, infatti, immediatamente impugnate in appello da parte del Miur, secondo una tassativa disposizione della Funzione Pubblica valida per tutte le Amministrazioni statali.

Questa generalizzata volontà di appellare tutte le sentenze sfavorevoli nasconde probabilmente l’obiettivo di ritardare il più possibile i pagamenti, sperando anche che l’appello ribalti le sentenze, come è successo già in alcuni casi.

In particolare il Miur è forte della sentenza della Cassazione dell’anno scorso (n. 10127/12 giugno 2012) che, a seguito della sentenza della Corte di appello di Perugia, ai sensi del decreto legislativo 368/2001 ha confermato la non applicabilità della direttiva europea (Direttiva 1999/70/CE) per la stabilizzazione dei docenti precari.

Una sentenza, quella della Cassazione, che pesa come una montagna sul contenzioso-precari e che soltanto la Corte di Strasburgo (a cui l’Anief ha deciso di adire) potrebbe ribaltare.

In ogni modo, considerati i tempi dei giudizi di appello e diversamente da quanto emerge dai comunicati sindacali, i docenti precari interessati dovranno attendere non poco tempo per passare all’incasso.  

È bene che i docenti precari sappiano, quindi, che non sempre la via giudiziaria è risolutiva e che le loro comprensibili ragioni devono attendere molto tempo prima di essere definitivamente accolte.

La via legislativa e contrattuale potrebbe essere più credibile.