Secondo ciclo: la commissione cultura della Camera…a memoria futura

La commissione cultura della Camera ha approvato la relazione conclusiva dell’indagine conoscitiva sulla riforma del secondo ciclo di istruzione e del sistema di istruzione e formazione professionale, predisposta dal presidente della commissione, Pietro Folena (Rifondazione comunista).

Lo stesso presidente ne ha illustrato il contenuto in un breve comunicato, che un po’ sbrigativamente contrappone “la riforma Moratti a quella avanzata durante l’indagine conoscitiva da associazioni e sindacati“. Solo la seconda prevede “una trasformazione dell’attuale modello di scuola ancora ‘gentiliana’, superando definitivamente la separazione tra ‘sapere’ e ‘fare’, prendendo ad esempio materie come la fisica, la musica e l’arte in cui non esiste alcun muro tra ‘teoria’ e ‘pratica’“.

La sintesi di Folena, che non dà conto del dibattito molto articolato svoltosi in commissione, punta su una riforma della scuola in cui “non abbia più senso parlare di scuola ‘teorica’ e formazione ‘pratica’, così da portare tutti gli studenti all’assolvimento dell’obbligo dentro la scuola“. Significativamente la relazione si conclude con un richiamo a Don Milani e alla scuola di Barbiana.

Nulla di nuovo, si potrebbe dire: le solite contrapposizioni, magari un po’ amplificate. E invece no, perché lo stesso Folena sostiene di aver individuato una ampia convergenza nella critica “molto marcata” al Titolo V della Costituzione (federalismo) per aver assegnato alle regioni competenza esclusiva su istruzione e formazione professionale. Peraltro la riforma della secondaria è attesa da quarant’anni, ben prima del nuovo Titolo V…