Seconda prova 2017 per Liceo economico sociale: un giudizio positivo

Per la terza volta gli studenti del quinto anno del Liceo Economico Sociale sono stati chiamati a misurarsi con una seconda prova dell’esame di Stato. Ci sembra che nel 2017 da parte dei tecnici del MIUR sia stata fatta una scelta migliore rispetto alle edizioni precedenti. A questo proposito osserviamo alcuni aspetti che ci sembrano particolarmente rilevanti.

In primo luogo la scelta di dare priorità ad un taglio in qualche modo riconducibile ad una tipologia di studio di caso rappresenta un elemento di sicura novità: i candidati si sono dovuti impegnare in primo luogo ad interpretare dati di correlazione fra crescita e disoccupazione in USA e UK proposti in una forma grafica di una certa complessità.

Certo, uno studio di caso propriamente detto comporterebbe la presentazione di batterie di dati ben più corposa, ma nonostante tutto (e rendendoci conto delle difficoltà logistiche) ci sembra che al Ministero siano sulla buona strada. Da questo punto di vista osserviamo che all’approccio proposto dalla traccia debba corrispondere un’indicazione pratica nella valutazione della prova: prima di tutto occorre tenere conto della trattazione del problema e della comprensione che il candidato dimostra nel discutere il caso e secondariamente occorre valutare la congruità delle risposte fornite nella seconda parte del tema.

In secondo luogo la traccia proposta permette di affrontare un tema importante tenendo presenti gli orientamenti di politica economica che discendono dalla teoria: il fatto che si richieda al candidato di analizzare il problema e di fornire, quanto meno, il quadro teorico di riferimento comporta un impegno di un certo livello di conoscenze, ma certamente non irraggiungibile dopo un ciclo di studi economici quinquennale in un corso che si presume specialistico in questa direzione. Alla fine di un percorso di studi teorici è ben possibile che un giovane sia in grado di esprimere un giudizio sensato su teorie economiche che hanno un’immediata ricaduta in termini di scelte pubbliche.

Il riferimento all’ordinamento costituzionale italiano, che ad una prima osservazione potrebbe apparire incongruo, permette al candidato di declinare il tema trattandolo secondo un approccio maggiormente istituzionale e facendo riferimento ad un’esperienza, quella del nostro Paese, certamente ben diversa da quella dei Paesi anglofoni, ma in ogni caso ad essa apparentabile sul piano storico.

Il giudizio è dunque positivo: più degli anni passati si tratta di una traccia ragionevolmente impegnativa, ma soprattutto tale da permettere una differenziazione nella trattazione del tema a livelli diversi e quindi una valutazione adeguata delle competenze messe in campo dal candidato. È probabilmente quello che occorre aspettarsi in un liceo che richiama, direttamente e nella sua stessa denominazione, la necessità di fare riferimento ai grandi temi della contemporaneità. Trattandoli in modo non banale.

Un’ ultima osservazione, per così dire a latere: dai primi dati sembra che più di un terzo degli studenti impegnati nella prima prova d’esame abbiano scelto la trattazione del tema di ambito economico-sociale. Forse il gradimento che dimostrano i giovani riguardo ai temi che abbiano a che fare con questo ambito meriterebbe un liceo autonomo e non una semplice “opzione” come oggi è per l’indirizzo economico-sociale. Vale la pena di rifletterci.