Se l’emergenza chiama, perché non trattenere in servizio volontariamente dirigenti e docenti?

Non ci saranno nuove immissioni in ruolo per concorso a settembre, se non per nomine da graduatorie ad esaurimento e graduatorie di merito.

Se a causa dell’emergenza si dovranno sdoppiare le classi confermando i normali orari di lezione, si dovranno nominare – in via transitoria per il solo anno scolastico 2020-2021 – migliaia di docenti supplenti con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno 2021.

È di queste ore la notizia dei pensionamenti del personale scolastico che, in attesa di maggiori dettagli, indica in circa 30 mila il numero dei docenti che a settembre lasceranno il servizio.

Nel timore di crisi belliche i Paesi mobilitano le riserve e richiamano in servizio i militari a riposo.

L’Italia sta attraversando una situazione critica che per la scuola ha forti analogie con quanto avviene in quei casi.

Per fronteggiare la carenza di personale di ruolo e solo limitatamente al prossimo anno scolastico, perché non pensare di trattenere in servizio, ovviamente su base volontaria, una buona parte di quei trentamila docenti che se ne stanno andando in pensione? In molti casi ne sarebbero contenti anche studenti e famiglie.

E con loro, sempre su base volontaria, potrebbe essere quanto mai opportuno trattenere anche dirigenti scolastici e personale ATA che potrebbero assicurare, oltre alla continuità didattica da parte dei docenti, la predisposizione tempestiva delle misure organizzative per la sicurezza degli alunni e del personale delle scuole dove attualmente stanno operando e di cui conoscono meglio di ogni altro condizioni reali e fabbisogno effettivo.