Tuttoscuola: Non solo statale

Se le scuole paritarie non rispettano gli ordinamenti statali

Le scuole comunali dell’infanzia di Milano sono al centro dell’attenzione per due questioni non da poco: ammettono in anticipo bambini che compiranno tre anni entro il 30 aprile, ed escludono bambini figli di stranieri non in regola.

Nell’uno e nell’altro caso le norme legislative dicono in proposito esattamente il contrario. Infatti, in materia di anticipi per la scuola dell’infanzia, la norma che prevedeva l’iscrizione anche di bambini che compivano tre anni dopo il 31 dicembre ed entro il 30 aprile (come prevede tuttora il Comune di Milano) è stata abrogata dalla legge 296/2006, escludendo per le scuole statali e paritarie una possibilità che era stata introdotta dalla riforma Moratti.

La stessa situazione si verifica per i minori stranieri che il Comune di Milano non intende accogliere se non in regola. Dal 1999 il dpr 394 consente l’iscrizione alle nostre scuole dei minori stranieri anche se privi di permessi o non in regola con le norme di soggiorno.

Le scuole statali e paritarie sono tenute, dunque, ad accogliere bambini stranieri anche se non in regola.

Al di là delle valutazioni politiche che vengono espresse da varie parti sulle decisioni di Milano, ve n’è un’altra di natura giuridica che apre un altro fronte di criticità. Le scuole comunali dell’infanzia sono tutte paritarie e, come ogni scuola paritaria, devono rispettare gli ordinamenti scolastici. E’ questa la condizione principale per acquisire e mantenere la parità (e le connesse prerogative giuridiche ed economiche).

Cosa farà ora il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia cui spetta confermare o revocare la parità?

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