Se il giudice ignora la sentenza della Cassazione

Sul sito del Codacons è riportato il seguente comunicato sui precari della scuola: “continua a suon di migliaia di euro il percorso (giudiziario) dei ricorrenti Codacons nonostante la Cassazione si sia messa di traverso. Il Miur condannato a versare circa un milione di euro a 60 precari; ecco i tribunali che ci hanno dato ragione (fino ad ora): Milano, Monza, Como, Torino, Alba, Genova, Bologna, Urbino, Ariano Irpino e Marsala”.

E ancora: “Noi siamo convinti che ci siano ampi margini per agire e, a dimostrazione di ciò, dopo questa sciagurata sentenza, i Tribunali di Alba e Como hanno comunque continuato a dar ragione ai nostri assistiti”.

Nonostante la “sciagurata” sentenza della Corte di Cassazione (n. 10127 del 20 giugno 2012) continuano, dunque, le pronunce di giudici del lavoro a favore della stabilizzazione dei docenti precari sulla base di una direttiva europea.

Non vogliamo entrare nel merito della questione che, ci sia consentito, appare oggettivamente comunque molto strana. Per quale ragione i giudici non considerano la sentenza della Cassazione?

Forse una risposta, molto semplice, c’è. Le tesi, sempre molto ben argomentate, dei legali Codacons che patrocinano le cause dei docenti precari ricorrenti non vengono confutate dai legali dell’Amministrazione scolastica. Proprio così.

Se presso i Tribunali di Alba e di Como, dove la sentenza della Cassazione è stata ignorata, l’Avvocatura dello Stato non si è costituita, come ha deciso per moltissime altre cause analoghe nella capitale, si spiega come i ricorsi continuino ad avere esiti favorevoli per i ricorrenti.

E si può essere certi che, senza scomodare la Corte di Giustizia europea, i ricorsi Codacons continueranno ad avere successo in Italia, con buona pace della Cassazione, grazie alla sostanziale assenza dell’Amministrazione. Che quindi non si difende, pur avendo la vittoria in tasca. Un’altra storia (l’ennesima) di ordinaria follia della pubblica Amministrazione.