
Se c’è un buon preside anche gli studenti fanno meglio

In un articolo recentemente pubblicato su IlSole-24ore Tommaso Agasisti, professore di Public Management presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano, e Mara Soncin, ricercatrice senior nello stesso Dipartimento, tornano su un tema già da loro trattato su riviste internazionali come l’International Journal of Educational Management e in interventi pubblicati sul sito lavoce.info: la relazione che intercorre tra la presenza, alla guida di una scuola, di un preside dotato di buone capacità manageriali, e il rendimento scolastico degli alunni.
La novità è costituita, più che dalla riaffermazione di questa relazione (se ne parlava già negli anni Ottanta dello scorso secolo), dal fatto che la sua esistenza e consistenza è oggi dimostrabile e documentabile sulla base di dati Invalsi, ricavati da uno studio condotto dai due ricercatori in collaborazione con Patrizia Falzetti (dell’Istituto di valutazione), raccolti nel 2019 su un campione rappresentativo di scuole secondarie di I grado italiane: 544 scuole per le quali erano disponibili sia i risultati delle prove Invalsi standardizzate (in italiano, matematica e inglese), sia informazioni dettagliate sulle pratiche manageriali dei dirigenti scolastici, raccolte mediante un apposito questionario a loro rivolto. Relazione confermatasi poi anche sul come le scuole hanno affrontato l’emergenza Covid.
Anche in questo caso è stato analizzato un campione di 586 Dirigenti scolastici, ai quali è stato sottoposto un questionario predisposto dal World Management Survey (Wms), applicato in diversi contesti, tra cui quello scolastico, e “quello che i risultati mettono in luce”, affermano Agasisti e Soncin, “è un impatto positivo e significativo sui risultati degli studenti provenienti da famiglie socio-economicamente svantaggiate (classificate nel primo terzile di distribuzione dell’indice socio-economico). Il dato evidenzia un elemento di particolare rilevanza: un uso frequente delle pratiche manageriali risulta particolarmente efficace per quella popolazione di studenti che più necessita di un ruolo forte della scuola, poiché questa attenua il possibile svantaggio derivante dalla condizione socio-economica famigliare”.
Ma il preside, osservano infine i ricercatori, “non è un attore solitario; il ruolo sinergico dei collaboratori e la qualità dei docenti sono di fondamentale importanza”. Ne siamo convinti anche noi di Tuttoscuola, ed è per questo che per aiutare i DS a promuovere lo sviluppo professionale della comunità scolastica sottoponiamo alla loro attenzione l’abbonamento “Global”, alla nostra rivista, che mette a disposizione di tutti i docenti la nostra informazione: una operazione semplice, economica e molto utile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via