Scuole rifugio di senzatetto e verde in abbandono, il preside Catania: ‘Quartiere e scuola in evoluzione nonostante il degrado’. Viaggio al Cep, il quartiere riscoperto grazie a Schillaci

Mentre il mondo festeggiava i trionfi di Salvatore Schillaci, i palermitani riscoprivano il loro quartiere, il Cep. Giusto Catania, preside dell’Istituto Saladino e storico amministratore, ricorda con affetto gli anni simbolo del calciatore: “Il ’90 per me era l’anno della maturità. Dopo le vittorie della nazionale, correvamo in motorino fino a casa di Totò, senza immaginare che il Cep avrebbe avuto così tanta importanza nella mia vita”. Oggi, Catania racconta in un’intervista rilasciata a Repubblica di come il quartiere sia un luogo “in evoluzione”, nonostante i segnali di degrado. “Il Cep potrebbe essere il miglior quartiere del mondo – afferma – ha il verde, le scuole, e una comunità vibrante. Potrebbe essere un quartiere del Nord di Amsterdam”. Tuttavia, il degrado ha preso piede: le scuole sono diventate rifugi per senzatetto, il verde è in abbandono e la delegazione comunale è stata chiusa. “Ci sono stati i primi esperimenti di raccolta differenziata, ma ora i cassonetti sono bruciati e distrutti,” denuncia il dirigente scolastico.

Nonostante le sfide, la scuola gestita da Catania, a pochi passi dalla casa di Schillaci, ha comunque compiuto passi significativi. Catania racconta infatti con orgoglio dell’inaugurazione di un campetto intitolato a Padre Puglisi, realizzato grazie a fondi comunali, e della nuova palestra che aprirà i battenti a breve. “Martedì inaugureremo anche questa, e sarà a disposizione della città,” dice, anticipando la proiezione del film “Cronache del quartiere”, realizzato dai ragazzi.

In merito all’intitolazione della palestra a Schillaci, Catania fa sapere che spetterà al consiglio d’istituto fare la proposta al Comune. “Totò e la sua famiglia sono l’anima del quartiere”, afferma, sottolineando la generosità del campione nei confronti della scuola e il suo ruolo come simbolo di riscatto sociale.

Infine, Catania riflette sull’amore che Palermo ha sempre avuto per Schillaci. “Tutti noi lo abbiamo amato. Era un simbolo di semplicità e onestà,” ricorda, parlando del suo incontro con il campione nel 1997. “Non lo considerai mai un nemico, e lui non si comportò mai da tale.”

In un momento di rinnovato orgoglio per il Cep, Catania continua a lavorare per un futuro migliore, cercando di trasformare il suo quartiere in un luogo di opportunità e speranza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA