Scuole e immobili della Chiesa: la Ue chiede conto all’Italia
Immobili e scuole cattoliche. Ci sono anche queste tra le voci prese in esame dalle Commissione Europea in merito alle agevolazioni fiscali di cui gode la Chiesa in Italia, per valutare se possano essere considerati “aiuti di Stato illegali” e quindi come tali in grado di inquinare il mercato e la libera concorrenza.
La commissaria Ue alla Concorrenza Neelie Kroes – ha spiegato il suo portavoce Jonathan Todd – non ha ancora deciso se aprire un’indagine formale o meno ma il governo dovrà fornire “informazioni supplementari” su “certi vantaggi fiscali delle chiese italiane”.
Si tratta della seconda richiesta nell’arco di soli due mesi. Il 25 giugno scorso, infatti, Bruxelles aveva annunciato di aver chiesto per iscritto al governo spiegazioni sull’esenzione del pagamento dell’Ici di cui gode la Chiesa per le sue attività commerciali. Un’iniziativa, questa, presa “sulla base di alcuni reclami ricevuti già nel 2006” da parte di soggetti italiani, di cui però non ha riferito l’identità. Il governo ha già risposto a questa prima lettera, ma sembra che le spiegazioni fornite siano state sufficienti: “Pertanto – ha sottolineato Todd riferendosi alle informazioni supplementari -, le chiederemo in forma scritta o verbale”.
La seconda richiesta riguarderebbe una norma contenuta nella Finanziaria 2006, l’ultima del governo Berlusconi, che prevede appunto l’esenzione dall’Ici degli immobili di proprietà della Chiesa adibiti a finalità commerciali. Bruxelles vorrebbe chiarire inoltre le riduzioni di imposta (del 50%) concesse alle imprese commerciali della Chiesa.
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