Tuttoscuola: Turismo scolastico

Scuole come capanne, libri come opere d’arte. La mostra al Musli

“Scuole come capanne, libri come opere d’arte. Dal Brasile All’Agro Romano” è il titolo della mostra presentata dalla Fondazione Tancredi di Barolo, inaugurata il 19 ottobre 2017 e ora visitabile al Musli di Torino.

La mostra nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Tancredi di Barolo e il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, l’Universidade de Sao Paulo (USP) – Projecto LIVRES e il Centro Studi “Guido Gozzano – Cesare Pavese” dell’Università di Torino. L’esposizione presenta per la prima volta in Italia libri di scuola, materiali didattici e oggetti di vita quotidiana ideati e realizzati dagli indios brasiliani per l’alfabetizzazione e l’inculturazione delle generazioni più giovani. Si tratta di uno straordinario, quanto misconosciuto, universo di etnie che occupano uno spazio immenso il quale attraversa i confini di numerosi stati sudamericani in territori affascinanti e suggestivi: un patrimonio di biodiversità che deve essere conosciuto e preservato a partire proprio dal rispetto e dal riconoscimento del ruolo primario che le popolazioni locali hanno da sempre nel mantenimento dell’equilibrio tra attività umane e ritmi della natura. Gli indios brasiliani, al pari delle popolazioni indigene di tutto il Sud America, sono stati a lungo e sono ancora oggi sterminati o convertiti forzatamente a stili di vita occidentali, per essere sfruttati come forza lavoro a bassissimo costo e per vedersi sottrarre i territori da imprenditori, possidenti terrieri e trafficanti senza scrupoli.

Solo recentemente la legge in Brasile ha riconosciuto agli indios il diritto di aprire, nei loro villaggi, scuole nelle quali trasmettere le conoscenze ereditate di generazione in generazione. A tal fine, con l’aiuto di antropologi, storici, linguisti, questi popoli hanno cominciato a mettere per iscritto ciò che reputavano fondamentale per i loro figli, a partire dalla lingua, in molti casi rimasta alla forma orale, non avendo avuto bisogno di sviluppare la scrittura. Hanno così realizzato ambienti scolastici e materiali didattici di grande originalità e bellezza artistica, frutto della creatività e dei bisogni di maestri e allievi.
Fondazione Tancredi Barolo – Centro studi e Museo della scuola e del libro per l’infanzia – Palazzo Barolo, via delle Orfane 7 – 10122 Torino. Tel. 011. 19784944 – Fax. 011.19785188 – e-mail: info@fondazionetancredidibarolo.it – sito: www.fondazionetancredidibarolo.com

mostra-palazzo-baroloInoltre, la mostra crea un link virtuale, ma estremamente realistico, tra le esperienze culturali e iconografiche ricostruite attraverso i materiali brasiliani e quelle, altrettanto innovative, realizzate in Italia, e più precisamente per i contadini dell’Agro Romano, a partire dal 1906, per iniziativa del piemontese Giovanni Cena, di cui ricorre nel 2017 centenario della morte.
In questo contesto, analogamente a quello brasiliano, la scuola sposa il paradigma educativo con il riscatto sociale delle popolazioni, fino a quel momento ridotte in condizioni di grande degrado fisico e culturale ed afflitte dalla malaria che negli stessi anni cominciava faticosamente ad essere combattuta con il chinino come sinteticamente racconta in un suo libro intitolato Dal Chinino all’Alfabeto Giovanna Alatri.

Accanto a Cena compaiono i contributi di personaggi il cui intervento fu fondamentale come Alessandro Marcucci, in veste di direttore delle scuole, e Duilio Cambellotti, artista interprete delle suggestioni della campagna romana che realizzò progetti grafici, abbecedari e libri di lettura appositamente creati per le condizioni estreme di quel mondo “primitivo”. Il dialogo tra i materiali didattici degli indios e quelli creati per le scuole dell’Agro Romano sottolinea l’importanza e la centralità della scuola e dei libri come opere d’arte in qualunque epoca storica e in qualsiasi parte del mondo, capaci di costruire grazie attraverso l’istruzione e l’educazione alla bellezza una cittadinanza umana e civile migliore.
La mostra è pensata per poter essere itinerante. Per questo, sono in via di definizione accordi con musei scolastici e altri enti pubblici e privati, in tutta Italia, interessati ad ospitarla.

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