Scuole circolari: i progetti di Venaria

Struttura in legno, pavimenti in sughero, classe energetica “NZEB” e fonti energetiche rinnovabili: entrambe le scuole saranno realizzate con materiali riciclabili e sono state pensate completamente a secco e quindi smontabili alla fine del ciclo di vita dell’edificio.

La scuola dell’infanzia don Sapino. L’attuale scuola dell’infanzia (tre sezioni)   verrà demolita. Il progetto non riguarda solo l’edificio ma un’area di 8.300 metri quadri, al confine con il Parco di Venaria Reale, una delle residenze sabaude parte del Patrimonio Unesco dell’Umanità dal 1997. L’idea è che la nuova scuola materna Don Sapino possa essere vissuta come una scuola aperta alla comunità, un hub ibrido a metà tra scuola e centro civico, un potenziale punto di riferimento per gli eventi informali che ruotano intorno alla Reggia.

Come diventerà. La Don Sapino sarà un padiglione a pianta circolare, su di un unico livello, immerso in un nuovo giardino di alberi da nocciole, tipici della zona. A piano terra, le tre sezioni  dell’infanzia, con una serie di spazi flessibili ed un piccolo palco, leggermente sopraelevato per dividere l’atrio/anfiteatro dalle sezioni. Intorno,  gli spazi di servizio, la cucina, gli spazi per gli insegnanti e il personale Ata. Il livello superiore è previsto ad uso delle associazioni, con spazi e una terrazza eventualmente utilizzabili anche dalla scuola dell’infanzia. La scuola è disegnata per garantire il massimo della flessibilità nell’organizzazione degli spazi: permette alle insegnanti di lavorare con bambini di uno stesso gruppo o in verticale con bambini di età diverse. Le aule stesse sono infatti dotate di sistemi di apertura che consentono la relazione degli spazi. La struttura esterna permette il controllo dei raggi solari e l’apporto gratuito del calore nei mesi invernali.

Il parco. La natura è fondamentale per lo sviluppo evolutivo e quindi la nuova scuola è stata pensata per favorire la relazione tra i bambini e il parco, grazie ad un’orditura strutturale in legno disegnata da elementi inclinati, che diventa anche il brise-soleil dell’edificio. “Le strutture verticali – spiegano gli architetti –  supportano un sistema di travi reticolari in legno e acciaio che, a loro volta sostengono tutti i solai del primo piano, lasciando al piano terra una completa permeabilità con il giardino. L’edificio si dispone nella seconda radura del giardino”. È stato deciso di non tagliare nessun albero di pregio:  ci sarà uno spazio per fare lezione all’aperto, mentre il resto sarà piantumato con noccioli, peri e meli, e, nel lotto limitrofo, sempre di proprietà comunale, orti urbani, anche ad uso della scuola.

La nuova Andersen

Anche in questo caso, l’attuale scuola dell’infanzia (due sezioni di asilo nido e tre di materna) sarà demolita. Il progetto interessa non solo l’edificio ma seimila metri quadrati che si trovano al centro del Quartiere Fiordaliso, accanto al nuovo asse di Via Marchese, considerata dall’amministrazione comunale come la spina dorsale per lo sviluppo di un sistema integrato di spazi verdi e servizi di Venaria Reale. La scuola è stata quindi pensata come una “spirale” che va dalla città allo spazio intimo del bambino, lo protegge, ma allo stesso tempo lo ispira e quindi può anche essere vista in senso opposto: ovvero come il percorso educativo che guida il bambino ad essere parte di una comunità.

Un padiglione nel giardino. La nuova Andersen è pensata come un padiglione immerso in un nuovo giardino. Una corte centrale porticata sarà il fulcro del centro infanzia, condiviso tra scuola dell’infanzia e nido, con spazi adatti per restare aperti alla comunità oltre l’orario scolastico. Un muro in terra cruda come recinto, tutti gli spazi si affacciano verso la piazza/giardino centrale. Spiegano gli architetti: “Una scansione regolare di pilastrini binati in legno e vetrate scorrevoli ritma lo spazio del portico che disegna la soluzione di continuità tra esterno ed interno. Tra i pilastrini binati si innesta una capriata rovescia che scandisce il ritmo dello spazio interno in copertura, liberandolo dalla presenza di strutture verticali e rappresentando spazialmente quella fluidità che caratterizza la società contemporanea. È il concept strutturale che dà sostanza a una scuola senza muri. La copertura a falde, in zinco, è disegnata dalle costolature della struttura e diventerà la cassa sonora per il suono della pioggia”. Anche in questo caso, si è deciso di non tagliare nessun albero e di piantumare orti urbani, anche ad uso della comunità.

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