450 scuole dell’infanzia statali chiuse nel decennio, 726 nella scuola primaria
Alla difficile ed estrema decisione di chiudere le scuole non arrivano solo gestori privati stremati economicamente per insufficienza di iscritti e quindi di rette. In molti casi (1.176 nell’ultimo decennio, non una manciata) è lo Stato, ovvero l’Amministrazione scolastica.
Nel 2014-15, rispetto all’anno precedente, hanno chiuso 46 scuole statali dell’infanzia; nel 15-16 altre 40 scuole hanno cessato l’attività e un’altra quarantina ancora nel 2016-17.
L’emorragia non si è fermata mai, arrivando alla ragguardevole cifra di 450 scuole dell’infanzia che complessivamente nel decennio hanno chiuso per mancanza della materia prima, i bambini.
Al termine del decennio considerato nelle diciotto regioni italiane è stata registrata mediamente la chiusura di 25 scuole statali dell’infanzia, ma è una media che trae in inganno, perché il range è compreso tra le 88 scuole chiuse in Calabria e solo 3 scuole chiuse in Piemonte.
Oltre la metà delle scuole dell’infanzia chiuse nel decennio si trova nelle regioni del Sud (278 su 450); insieme alle Isole (85 scuole chiuse).
Il Mezzogiorno ha registrato, pertanto, l’80% delle 450 scuole chiuse.
Sono le monosezioni, le scuole con una sola sezione, a pagare più di ogni altro tipo di scuola il calo di bambini iscritti, a causa del numero insufficienti di iscritti (il DPR 81/2009 prevede di norma il limite minimo di 18 iscritti per costituire una sezione).
Anche le scuole primarie stanno risentendo del calo demografico che, a cominciare dal 2014-15, ha già determinato le prime chiusure di scuole (63). Dopo queste prime chiusure, nei due anni successivi sono state toccate le punte massime di scuole chiuse (122 nel 2015-16 e 117 nel 2016-17).
Sono state soprattutto le pluriclassi, per loro natura funzionanti con un numero ridotto di alunni, ad essere chiuse per lo scarso numero di iscritti oppure perché le famiglie hanno cercato scuole con classi normali, dopo avere constatato il diradarsi di alunni nelle piccole classi.
Ma vi sono state anche scuole con tutte le cinque classi del corso intero che sono andate gradualmente ad esaurimento, non riuscendo a garantire il numero minimo di 15 alunni per classe (10 nelle zone montane), secondo quanto disposto dal DPR 81/2009.
Al termine del decennio le scuole primarie che hanno chiuso sono state complessivamente 726.
A differenza delle scuole statali dell’infanzia dove l’80% delle scuole chiuse si trova nelle regioni del Mezzogiorno, le scuole primarie chiuse si trovano distribuite in modo più equilibrato su tutto il territorio, anche se, come per l’infanzia, Calabria e Campania hanno registrato il maggior numero di scuole chiuse.
Nel decennio considerato tra le province con il più elevato numero di scuole chiuse c’è Cosenza con 34 scuole rimaste prive di alunni, seguita da Reggio C. con 30 e Salerno con 28.
Vi son state anche province che non hanno chiuso nessuna scuola.
Le regioni del Sud hanno chiuso complessivamente 307 scuole, pari ad oltre il 42% di tutte le 726 scuole chiuse, seguite dalle Isole con 127 scuole chiuse (17,5%).
Tra infanzia e primaria hanno chiuso nel decennio 1.176 scuole.
E per il futuro? Facendo una proiezione dei dati e tenendo conto del più recente trend demografico e delle relative previsioni, si può azzardare una stima. Nel prossimo quinquennio potrebbero chiudere – se non verranno introdotti correttivi nei parametri di costituzione delle classi e di assegnazione degli organici – 325 scuole primarie e 275 scuole dell’infanzia per un totale di 600 scuole, a cui, per la prima volta, andrebbero ad aggiungersi anche 70 scuole medie, raggiunte e investite dal calo demografico.
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