Tuttoscuola: Non solo statale

Scuole cattoliche: ok per la riforma, male per la parità

L’Agesc, l’associazione che organizza i genitori delle scuole cattoliche, nel corso del convegno milanese per il trentennale di fondazione dell’associazione, ha espresso giudizi di segno opposto sull’azione del Governo verso la scuola italiana negli ultimi quattro anni.
Bene la riforma della scuola grazie alla quale la famiglia, se vuole, può diventare protagonista – ha detto Enzo Meloni, presidente dell’Agesc: significa andare oltre la partecipazione degli anni Settanta e si introduce il principio fondamentale di cooperazione.
Tuttavia, ha aggiunto Meloni “il Governo di centrodestra ha preso molti impegni tra cui anche quello di creare condizioni per la libertà di scelta educativa, e su questo dobbiamo constatare che la
promessa non è stata mantenuta. Così come non si sono attuate vere politiche familiari
“.
Il ministro Moratti, intervenendo al convegno, non è intervenuto sulla critica dell’Associazione, e, nell’esaltare il nuovo ruolo delle famiglie nella scuola e il diverso rapporto con l’istituzione scolastica, ha evidenziato come da parte di molti si tenda strumentalmente a identificare la scuola paritaria come la scuola privata, non facente parte del sistema integrato pubblico dell’istruzione, al punto che “la privatizzazione della scuola pubblica viene agitata ad ogni azione di Governo per la scuola, ostacolando innovazioni urgenti e radicali” e si tenta di identificare la scuola pubblica esclusivamente con la scuola statale.
Al convegno è intervenuto anche il cardinale Tettamanzi, arcivescovo di Milano che ha dichiarato che “chiedere la piena parità scolastica non significa liberalizzare in modo indiscriminato il mercato dell’istruzione inseguendo magari modelli puramente aziendalistici. Non significa nemmeno sminuire il compito e il diritto-dovere dello Stato di aprire e di gestire scuole proprie“.

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