Scuole campane: disagio e protesta delle famiglie, ecco perché

Le proteste di numerose famiglie, accompagnate anche da ricorsi al TAR, stanno mettendo a fuoco una delle situazioni più critiche del mondo scolastico: quella della Campania. Tutto questo a causa delle restrizioni sanitarie imposte dal DPCM 3 novembre e dalle ordinanze del presidente della Regione, Vincenzo De Luca.

Dopo che De Luca, ha consentito il ritorno in classe per 156.379 bambini dell’infanzia e 53.200 alunni delle prime classi della scuola primaria, sono attualmente comunque costretti a casa 751.582 alunni delle altre classi e delle altre scuole.

Quegli alunni costretti a casa rappresentano più del 78% di poco meno di un milione di alunni (esattamente 961.161 secondo i dati del 2019-20) iscritti nelle scuole statali e paritarie della regione.

In particolare sono comprensibili il disagio e le difficoltà delle famiglie degli alunni più piccoli – sono 228 mila gli alunni di primaria a casa – costrette ad assistere (non senza difficoltà) i figli nella DaD, cercando nel contempo di curare come possono l’attività lavorativa.     

A casa ci sono anche migliaia di alunni con disabilità.

Le 4.500 scuole statali campane accolgono complessivamente 30.734 alunni con disabilità, ancor più della Lombardia che pur di scuole ne ha 5.350.

Ben 25mila (l’81,6%) di quei ragazzi campani con disabilità non possono oggi frequentare la scuola.

Ci sono 8.504 disabili negli istituti di II grado (a casa come nelle altre regioni), 7.861 nelle scuole del I grado (a differenza delle altre regioni in fascia rossa, ci sono anche quelli delle prime classi); a questi si aggiungono gli 8.887 alunni con disabilità della scuola primaria (prime classi escluse).

Nell’insieme, quindi, si può capire il disagio, le difficoltà e la protesta di tante famiglie.