
Scuole aperte d’estate? Gissi (Cisl) frena
La leader della Cisl Scuola: "Non si trascini l'istituzione in compiti che ne snaturano identità". Ma c'è anche un'apertura: "si può immaginare un'area di servizi aggiuntivi svolti da altri soggetti", ma sotto il controllo della scuola (e con fondi adeguati). I sistemi scolastici che funzionano meglio sono quelli che utilizzano meglio e di più gli spazi scolastici
La discussione in corso sulle proposte di apertura estiva e festiva delle scuole “rischia di alimentare un equivoco che è bene invece rimuovere subito, stabilendo con nettezza il confine tra ciò che può e deve essere definito scuola e ciò che rientra, invece, in una sfera di interventi di natura differente“. La distinzione è del segretario generale della Cisl scuola, Maddalena Gissi.
“Non per stabilire insensate ‘gerarchie’ di importanza tra servizi tutti indispensabili (istruzione, assistenza, cura?), ma per aver chiaro quali e quanti soggetti entrano in gioco in partite di questo genere e che cosa a ciascuno di essi può essere richiesto: va da sè che non può toccare alla scuola far fronte da sola, e in modo indifferenziato, a tutte le esigenze che esprimono i ragazzi, le famiglie e l’intera comunità. Non lo può fare per le risorse di cui dispone, già insufficienti a reggere il suo ordinario impegno, nè – afferma la sindacalista – può essere trascinata in compiti che ne snaturino identità e missione. Quest’ultima preoccupazione viene ancor prima di quelle legate a ipotetici nuovi e diversi carichi di lavoro del personale“.
“Dopo di che si può anche immaginare – osserva Gissi – un’area di servizi aggiuntivi svolti da altri soggetti, a partire dagli Enti Locali, in un contesto di collegamento e di progetti coordinati, in cui la scuola dell’autonomia sia messa in condizione di esprimere le sue potenzialità e il suo protagonismo anche perchè attivamente sostenuta dalle istituzioni territoriali e dalla comunità locale. E’ in questo contesto che possono essere esplorate anche le vie di una più ampia e partecipata gestione sociale dei servizi rivolti ai ragazzi, alle loro esigenze, alle loro fragilità; una gestione aperta a esperienze di volontariato, della cui qualità e competenza la scuola possa svolgere un ruolo di controllo e di garanzia. Sono sfide complesse che esigono adeguati investimenti di risorse e di intelligenza: non se ne faccia solo l’ennesima occasione – esorta la leader della Cisl scuola – per qualche uscita estemporanea, destinata ad alimentare attese che non si sa quanto potranno essere soddisfatte, o a suscitare la comprensibile preoccupazione di chi teme di vedersi caricare sulle spalle l’ennesimo fardello“.
Sulla questione Tuttoscuola è intervenuta da tempo esprimendo una posizione favorevole ad una più estesa e flessibile utilizzazione degli edifici e delle attrezzature scolastiche (si veda, per esempio, il dossier “Sei idee per il rilancio della scuola“, del settembre 2013). Le obiezioni di tipo sindacale sono perfettamente comprensibili: vanno create le condizioni di fattibilità, e sono molte. Tuttavia a nostro avviso vanno perseguite tali condizioni, in quanto l’iniziativa – come dimostra una consolidata letteratura internazionale – va nella direzione giusta: i sistemi educativi che funzionano meglio sono quelli che integrano le attività scolastiche curricolari con altre, sempre di tipo educativo ma non formale e informale, che valorizzino l’interazione e la socializzazione degli studenti all’interno dello spazio scolastico.
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