Scuole al freddo: oltre 1 studente su 2 in aule gelide dopo le vacanze di Natale. E in classe spuntano cappotti, coperte e stufette
Ritorno a scuola da brividi. Letteralmente. A causa dell’irrigidimento del clima di questi ultimi giorni e dei conclamati problemi strutturali delle scuole italiane, ben il 55% degli studenti degli istituti secondari lamenta infatti disagi in classe dovuti proprio alle basse temperature. E se per la metà di loro si tratta di una situazione gestibile, per l’altra metà il disagio è tangibile. A tal punto da costringerli, in molti casi, a ricorrere ai cappotti se non addirittura, in casi estremi, a coperte e stufette. E non manca chi ha dovuto alzare bandiera bianca, restando a casa, come segnalato anche dalle cronache. A tracciare questo quadro della situazione è un sondaggio effettuato da Skuola.net, su un campione di 1.000 alunni di medie e superiori.
Secondo i diretti interessati, però, gli agenti atmosferici hanno solo una parte di responsabilità. Molto, infatti, lo fanno le condizioni in cui versano i nostri istituti. Visto che, sempre a detta degli studenti, la concausa principale del freddo a scuola è la scarsa tenuta termica degli edifici cosicché, sebbene i termosifoni funzionino a dovere, si fa fatica a mantenere il calore all’interno delle aule: non a caso la mette al primo posto il 28% degli alunni “intirizziti”. A seguire, sembra ci siano ragioni economiche: il 22% afferma che l’impianto di riscaldamento viene acceso solo per alcune ore, per contenere presumibilmente i costi della bolletta. Annose criticità che il sistema scolastico sembra proprio non riesca a risolvere.
Nella lista delle cause del gelo, però, vanno aggiunte anche questioni nate più di recente. Come la necessità di far areare i locali per arginare il diffondersi dei virus, Covid su tutti. Il 15% imputa le basse temperature in aula proprio al fatto di dover tenere le finestre socchiuse o addirittura spalancate. E poi ci sono le scuole in cui i riscaldamenti sono proprio rotti, che non sono poche: un altro 15% racconta di caloriferi spenti da inizio a fine giornata. Infine, va considerata anche l’età degli impianti: per il 9% sono così vecchi che vanno maneggiati con cura, evitando di farli lavorare troppo.
Qualunque sia l’origine del freddo, però, la didattica deve andare avanti. E allora ci si organizza con le contromosse più varie. Oltre un terzo (35%) degli studenti infreddoliti sta ricorrendo alla più classica delle difese: seguire le lezioni con addosso il piumino o il cappotto. Circa 1 su 10 ha tirato fuori dall’armadio una più comoda coperta. Ma a volte non basta e bisogna abbandonare il campo da gioco, come ha fatto il 10% degli studenti in preda al gelo: sono coloro che, ad esempio, hanno cambiato aula oppure che hanno preferito restare a casa di propria sponte o, ancora, che hanno ottenuto una riduzione di orario o una chiusura in toto della scuola.
Fortunatamente, comunque, le basse temperature in classe non hanno costretto tutti a doversi difendere con altri strumenti, se non con vestiti pesanti: il 40% di quelli che hanno percepito in classe una temperatura più rigida del dovuto, hanno continuato a fare lezione come se nulla fosse. Con l’auspicio, probabilmente, che la colonnina di mercurio torni a salire in fretta.
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