Scuola&Società/1. Alternanza alla prova

Il Governo e il ministro dell’istruzione Giannini, e con particolare impegno il sottosegretario Toccafondi, stanno combattendo una battaglia in campo aperto a favore della rapida traduzione operativa delle norme, contenute nella legge 107/2015, relative all’alternanza scuola-lavoro.

A questo tema è dedicato un ampio speciale nel numero di Gennaio del mensile cartaceo Tuttoscuola, che riporta una serie di esperienze significative per le istituzioni scolastiche, tra cui il progetto “Traineeship”, rivolto a istituti tecnici e professionali, promosso da Miur e Federmeccanica (chi non è abbonato può richiedere il numero in redazione (tuttoscuola@tuttoscuola.com; tel. 06/6830.7851).

Sull’alternanza scuola-lavoro l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, guidato da Delia Campanelli, ha promosso per il prossimo 25 gennaio un incontro di lavoro con i dirigenti scolastici della Regione Lombardia.

L’incontro si svolgerà significativamente nella sede di uno dei più antichi e prestigiosi licei classici di Milano, il ‘Beccaria’, e si concluderà con l’intervento del sottosegretario Toccafondi.

Sarà un’occasione per valutare se le scuole – in particolare quelle della Regione Lombardia, che su un tema come quello dell’alternanza si stanno impegnando più di quelle di altre Regioni, anche per il più favorevole contesto economico e istituzionale – si stanno muovendo in una logica sperimentale ed esplorativa o sul più concreto terreno della graduale costruzione di un modello di scuola che, se compiutamente realizzato, potrebbe utilizzare l’alternanza come chiave di volta di una vera e propria alternativa al tradizionale modo di funzionare delle scuole.

Se, per alcuni aspetti e a certe condizioni (su tutte la disponibilità delle aziende a co-formare gli studenti), l’operazione appare difficile ma non irrealizzabile negli istituti tecnici e professionali, restano dubbi che altrettanto possa avvenire nei licei, dove alle resistenze conservatrici dei tradizionalisti si sommano le obiezioni dei sostenitori della formazione umanistica, basata sul pensiero critico, versus quella economicistica, che privilegia la dimensione operativa, il saper fare (magari senza chiedersi perché). Due dimensioni non coniugabili? Ne parliamo della news successiva.