Scuola in ospedale, convegno progetto CLIPSO, Bianchi: ‘Individuare metodologie innovative per dare continuità alla discontinuità che può generare la malattia’

di Alessandra Nasini* e Francesca Gorini**

“Preparare i ragazzi a essere esploratori della vita è uno degli elementi fondamentali del sistema scolastico di oggi: il progetto Clipso ha dimostrato che è possibile individuare percorsi innovativi, strumenti e metodologie per costruire spazi ibridi nei quali dare continuità all’apparente discontinuità che la malattia può generare”. Così il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha inaugurato, con un intervento da remoto, i lavori del convegno “Progetto CLIPSO: Classi Ibride Per la Scuola in Ospedale – Esiti, riflessioni, prospettive” che si è svolto lo scorso 16 dicembre 2021 al Palazzo della Borsa di Genova.

Il convegno ha riunito ricercatori, docenti e dirigenti scolastici, educatori e personale coinvolto nell’omonimo progetto coordinato dall’Istituto per le tecnologie didattiche (Itd) del Consiglio nazionale delle ricerche di Genova in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per la Liguria, e realizzato grazie al contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo. Obiettivo: indagare nuove soluzioni tecnologiche e metodologiche utili all’inclusione socio-educativa nella Scuola in Ospedale, con l’obiettivo di contrastare l’isolamento degli studenti ospedalizzati e abbattere le barriere fisiche connesse all’ospedalizzazione o alla domiciliarizzazione.

L’esperienza di malattia nei bambini ed adolescenti è, infatti, un evento che interrompe la normalità delle loro vite e che espone all’isolamento, inibendo lo scambio relazionale con il gruppo dei pari, e spesso ostacolando la partecipazione al normale percorso di studi ed il successivo rientro a scuola.  Collaborazione, integrazione delle risorse e utilizzo virtuoso delle tecnologie sono stati al centro dell’intervento di Ettore Acerra, direttore di Usr Liguria, che ha ribadito come “una delle chiavi del successo di CLIPSO risieda nella capacità di creare reti di connessione sia tra le istituzioni, sia tra le istituzioni e le famiglie”. Ha inoltre sottolineato la rilevanza nazionale dell’Ospedale pediatrico Giannina Gaslini e l’importanza di fare tesoro delle esperienze fruttuose ed efficaci come il progetto CLIPSO. Numerose le testimonianze della mattinata: la presidente del Consiglio nazionale delle ricerche Maria Chiara Carrozza – anch’essa intervenuta da remoto – ha ricordato quanto la ricerca scientifica, grazie a un approccio sempre più trasversale e interdisciplinare, possa contribuire a realizzare l’obiettivo di inclusione che il sistema formativo – dalla scuola dell’infanzia all’università – deve garantire: “E’ importante aprire la scuola a tutti i bambini che ne hanno diritto: l’obiettivo del “non lasciare indietro nessuno” esprime un concetto di integrazione e solidarietà che si realizza sui libri ma anche attraverso strumenti innovativi per favorire l’apprendimento, particolarmente importanti oggi che la scuola che sta affrontando la transizione verso il digitale”. La Didattica a distanza (Dad) può essere infatti un efficace supporto all’inclusione dei bambini e ragazzi ospedalizzati, a patto che sia sostenuta dalla ricerca di nuovi percorsi e dalla formazione accurata dei docenti, come hanno ribadito il dottor Mario Allegra, Direttore di CNR-ITD ed il dirigente di ricerca Guglielmo Trentin, che ha raccontato l’affascinante percorso di studi sviluppato in questi anni dall’Istituto delle Tecnologie didattiche del CNR. 

Il progetto ha coinvolto i docenti ospedalieri dell’Istituto Gaslini di Genova e giovani ricoverati presso i suoi reparti o in regime di Day Hospital (studenti residenti sul territorio oppure ospiti delle case di domiciliazione temporanea): il Gaslini, infatti, è stato il primo Istituto ospedaliero ad ospitare in Italia una scuola in Ospedale. Renato Botti, direttore generale del Gaslini, ha affermato che “la collaborazione tra sistema sanitario nazionale e mondo della scuola è fondamentale per elaborare politiche comuni e supportare le famiglie che arrivano da noi con le loro esigenze e le loro speranze”.

Nello specifico, “Clipso” ha supportato i docenti nella realizzazione e nell’utilizzo di “spazi ibridi” di apprendimento, generati dalla connessione fra luoghi e tempi differenti, come ha spiegato la responsabile scientifica del progetto Vincenza Benigno (Cnr-Itd): “I bambini ospedalizzati vivono un duplice problema: da un lato il distacco dalla scuola di appartenenza, dall’altro la difficoltà del rientro e del normale reinserimento nel sistema scolastico. Il nostro obiettivo è stato quello di individuare strumenti e soluzioni per mantenere attivi i contatti tra lo studente ospedalizzato e/o in istruzione domiciliare con i suoi compagni, mettere in relazione persone e luoghi, non necessariamente distanti dal punto di vista geografico: questo attraverso strumenti interattivi, aule virtuali e l’implementazione di scenari di apprendimento misti. E’ stato, inoltre, realizzato uno spazio formativo online accessibile e permanente a tutti i docenti sul territorio nazionale”.

Tali strumenti hanno mostrato le loro potenzialità formative già prima che la pandemia facesse sentire i suoi effetti nel mondo scolastico: in questo senso “Clipso” rappresenta un esempio di lungimiranza e un modello che potrà essere preso a riferimento anche dopo il Covid, come ha ricordato l’assessore regionale ligure alle Politiche socio-sanitarie e Terzo settore, Politiche giovanili, Scuola, Università e Formazione, Cultura e Spettacolo Ilaria Cavo. L’Assessore si è emozionata nel leggere i messaggi-testimonianze degli studenti in ospedale e quelli di risposta dei loro compagni di classe.

Roberto Galuffo, referente per la Scuola in ospedale (SiO) dell’USR Liguria, ha puntato poi l’attenzione sull’importanza di avviare con tempestività i progetti di Scuola in Ospedale o a domicilio per i ragazzi con gravi patologie o che, sempre per motivi di salute, sono impediti a frequentare la scuola per più di trenta giorni. “Questi progetti riannodano il filo della quotidianità e delle relazioni per i giovani in malattia”.

Questo è possibile, secondo l’opinione di Cristina Zai, Dirigente medico dell’Ospedale Gaslini, per l’efficacia dell’approccio integrato delle cure portato avanti in questi anni in sinergia dal personale medico e da quello scolastico. Grazie ad esso, la scuola in ospedale viene riconosciuta come ponte con il ritorno alla vita precedente da parte del bambino.

Clelia Caiazza, Dirigente Ufficio IV – Direzione Generale per lo studente, l’inclusione e l’orientamento scolastico, ha poi ricordato che l’istruzione, in ogni ambito, ha come presupposti l’uguaglianza e le pari opportunità. Ha inoltre auspicato che le cure sanitarie in futuro possano essere il più possibile prestate nel domicilio dei ragazzi con problemi di salute, per evitargli un traumatico distacco dalla loro vita “normale”, che permarrebbe a lungo nel loro vissuto emotivo.

In conclusione, ha evidenziato che la Convenzione ligure per la Scuola in ospedale è stata proposta come esempio per le diciotto scuole polo nazionali, introducendo l’intervento della Preside Alessandra Lera dell’I.C. Sturla di Genova. La Dirigente ha ricordato che dal 1976 la Scuola Statale è presente nell’Istituto Pediatrico “G. Gaslini” per garantire ai bambini e ai ragazzi ricoverati il diritto allo studio e al gioco. Negli anni seguenti, l’istituto comprensivo Sturla è divenuto scuola-polo per l’istruzione ospedaliera grazie ad un bando pubblico. La Preside ha ricordato che la scuola in Ospedale è una scuola che si svolge senza aule, spesso alla presenza dei genitori, con un metodo flessibile e personalizzato nel rispetto delle priorità terapeutiche dei giovani ospedalizzati. La figura del docente in tale contesto, oltre a garantire un “ponte” tra la famiglia e l’ospedale, ha anche il delicato compito di assicurare agli alunni ricoverati pari opportunità di proseguire lo sviluppo di capacità e competenze, facilitare il loro reinserimento nelle scuole di provenienza e prevenire eventuali situazioni di dispersione scolastica.

Marzio Angiolani, Dirigente dell’IIS Eugenio Montale di Genova, che dal 2003 è Sezione Ospedaliera per la Scuola Secondaria di II grado per la Liguria, ha poi approfondito l’argomento della “Scuola in Ospedale, istruzione domiciliare e didattica digitale integrata”. Infatti, dopo quanto sperimentato con Clipso e con la Didattica Digitale Integrata a causa della pandemia, sono ormai disponibili gli strumenti e le metodologie per far seguire le lezioni a chi non può essere presente in aula. Ma “la vera sfida oggi è trovare un nuovo equilibrio, si direbbe pedagogico, tra i tempi della malattia e quelli della cura, tra le lezioni a distanza e la necessità dell’assenza, sfruttando, quando può essere presente, la figura sempre più importante dei docenti ospedalieri e domiciliari”. Tale servizio garantisce progetti personalizzati di istruzione, costruiti su richiesta e in collaborazione con le famiglie, assimilabili all’intervento educativo di istruzione ospedaliera.

Nel pomeriggio, si è svolta poi una tavola rotonda, in conclusione della quale il Dirigente di USR Liguria Alessandro Clavarino ha commentato che “la sperimentazione di CLIPSO, per la sua valenza, meriterebbe una prosecuzione ed uno sviluppo, per il quale sono sicuramente utili le risorse provenienti da contributi regionali o afferenti specifici diversi finanziamenti da progetto. La classe ibrida si rivela un modello molto attuale e interessante da approfondire, sul piano metodologico anche al di fuori dello stretto ambito dell’istruzione domiciliare, ma ogni applicazione va sostenuta da un importante processo di formazione del personale.”

Al termine della giornata, la conduttrice Giovanna Rosi ha concluso gli interventi ricordando che “Clipso – Classi ibride per la scuola in ospedale” è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo: con i fondi elargiti sono stati anche acquistati e donati circa trenta portatili per docenti e studenti e piccoli robottini per la didattica.

*Ufficio Comunicazione USR Liguria
**Ufficio Stampa CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche

© RIPRODUZIONE RISERVATA