
Scuola & elezioni/2. Scenari del dopo elezioni
Se le prossime elezioni non avranno ripercussioni sugli attuali equilibri politici, e sempre che le complicate vicende della vita politica italiana non li rimettano in discussione, il governo dovrebbe avere ben tre anni di tempo, da oggi alle elezioni politiche del 2013, per realizzare i suoi programmi, compresi quelli riguardanti la scuola e l’università.
Non ci saranno infatti in questo periodo elezioni importanti, come le europee che si sono svolte l’anno scorso o le regionali indette per il prossimo 28 e 29 marzo, dal cui esito potrebbero scaturire conseguenze politiche; l’attuale governo dispone di un’ampia maggioranza; l’attuale opposizione, e all’interno di essa il PD, hanno bisogno di tempo per costruire una solida alternativa (un po’ come accadde a Mitterrand in Francia).
Se il quadro politico resterà sufficientemente stabile, le riforme della scuola targate Gelmini avranno abbastanza tempo per radicarsi nella scuola, almeno per quanto riguarda gli aspetti strutturali, gli ordinamenti intesi come contenitori: quattro anni per il primo ciclo, tre per il secondo, cinque per il “sistema di istruzione e formazione” a guida regionale.
Tre anni anche per definire con le Regioni il complesso e delicato (sia sul piano politico che su quello istituzionale) sistema di relazioni richiesto dall’attuazione del Titolo V della Costituzione. Operazione che potrebbe andare in porto anche sulla base del buon lavoro di preparazione fatto finora.
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