
Scuola come frontiera contro il bullismo e la violenza di genere, Valditara: ‘Ogni studente deve poter crescere senza temere forme di violenza’

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha lanciato un messaggio chiaro e forte: “È necessario avviare nelle scuole laboratori contro il bullismo. Solo mettendo al centro la cultura del rispetto verso ogni persona possiamo sconfiggere manifestazioni di maschilismo, discriminazione e violenza“. Queste parole, pronunciate durante una risposta ad un’interrogazione sulla promozione dell’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, pongono l’educazione civica e il contrasto alla violenza di genere al centro di una nuova visione per il sistema scolastico italiano.
La violenza contro le donne, ha dichiarato il ministro, è un “indice di una mentalità aberrante”, un retaggio che deve essere abbattuto con urgenza e determinazione. Secondo Valditara, per contrastare la discriminazione e la prevaricazione è fondamentale promuovere un cambiamento culturale profondo. Questo cambiamento, sostiene il Ministro, può partire proprio dalle scuole, “luogo privilegiato per la promozione e la realizzazione della cultura del rispetto”.
La riforma dell’educazione civica e l’educazione al rispetto
Nel suo intervento, Valditara ha sottolineato l’importanza di una riforma dell’educazione civica che ponga al centro dell’insegnamento il valore del rispetto della persona umana. Non si tratta più di un’educazione civica generica, ma di una visione che affonda le sue radici nei principi fondanti della Costituzione italiana, in particolare nell’affermazione dei diritti fondamentali e dell’uguaglianza. La nuova educazione civica deve servire a educare le nuove generazioni al rispetto di ogni individuo, senza distinzione di sesso, razza, credo o orientamento.
Il programma di educazione civica, già previsto in molte scuole, sta ora evolvendo, includendo specifici obiettivi per la lotta contro la violenza sulle donne. Un cambiamento fondamentale che non si limita ai contenuti teorici, ma che prevede anche una parte pratica, con la creazione di ambienti scolastici inclusivi e rispettosi. “La scuola deve essere un luogo sicuro”, ha dichiarato Valditara, “dove ogni studente possa crescere nel rispetto reciproco, senza temere forme di violenza fisica o psicologica”.
“Educare alle relazioni”: un programma integrato
Un’altra novità introdotta è il programma “Educare alle relazioni”, che non si limita alle sole 33 ore di educazione civica, ma coinvolge tutte le discipline scolastiche. Questo approccio trasversale permette di trattare i temi delle pari opportunità e della lotta alla violenza non come argomenti separati, ma come principi integrati in ogni aspetto dell’insegnamento. Ogni docente, attraverso il proprio ambito disciplinare, avrà l’opportunità di sensibilizzare gli studenti su temi cruciali come la non violenza, il rispetto dei diritti e la parità di genere.
L’approccio olistico, che coinvolge tutte le materie scolastiche, riflette una concezione della scuola come un ecosistema educativo che, giorno dopo giorno, forma cittadini consapevoli e rispettosi. La scuola, insomma, non è solo un luogo di trasmissione di conoscenze, ma anche un’agenzia formativa capace di cambiare mentalità, combattere pregiudizi e promuovere l’uguaglianza.
Bullismo, responsabilità e solidarietà
Un ulteriore passo in questa direzione è rappresentato dalle recenti normative contro il bullismo e le violenze tra i più giovani. La lotta al bullismo è diventata una priorità nelle scuole italiane, con l’introduzione di misure più stringenti e la promozione di una cultura della responsabilità individuale. Secondo Valditara, infatti, è necessario educare gli studenti a diventare consapevoli delle proprie azioni, assumendosi la responsabilità delle proprie parole e dei propri gesti. Ma la responsabilità non è solo individuale: la comunità scolastica, studenti e docenti insieme, deve essere solidale nel contrastare ogni forma di sopraffazione.
Il ministro ha ricordato che il bullismo non è solo un fenomeno legato a episodi di violenza fisica, ma anche a forme di violenza psicologica e sociale, che troppo spesso restano invisibili. La scuola deve fornire gli strumenti per riconoscere e prevenire tutte le forme di bullismo, favorendo una cultura di solidarietà e rispetto.
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